Puglia: aiuti a donne in gravidanza, la polemica non si placa

Non si placano le polemiche sulla delibera di giunta congelata dalla Regione Puglia per aiutare le donne in gravidanza in difficoltà economiche. Era stata presentata dall’assessora Rosa Barone. 

Nell’ultimo consiglio regionale del 2 maggio il centrodestra ha presentato un emendamento (alla legge sul budget sanitario) che riproponeva la misura ma non è passato nella seduta del consiglio.

Primo firmatario il consigliere regionale della Lega Fabio Romito, è stato sottoscritto dal gruppo regionale della Lega e sostenuto da tutto il centro-destra.
“Ogni anno- dice Romito- è come se la regione Puglia perdesse un comune di circa 20.000 abitanti: questo infatti è il saldo negativo fra nuovi nati e deceduti. “Siamo di fronte a un allarmante impoverimento demografico. Abbiamo un’importante responsabilità sociale. Non possiamo rimanere indifferenti”.

Fratelli d’Italia se la prende con la consigliera personale del presidente Emiliano Titti De Simone. “Per il consigliere filo Schlein è un provvedimento che incide sulla scelta di abortire o meno, mentre secondo noi di centrodestra è un aiuto alla natalità, in una Puglia che è fra le regioni che registra non solo una bassa natalità, ma anche un continuo flusso migratorio di giovani verso il Nord o l’estero. Sta di fatto che politicamente non solo si è bloccata una delibera utile, ma si è alzato un polverone inutile che è servito solo a Emiliano a finire sui giornali”.

Il gruppo di Fdi agginge: “Sarebbe bello sapere se, poi, quando è andato a San Giovanni Rotondo a benedire un altro nuovo corso politico, quello centrista dell’on. Fioroni, alla presenza del vescovo Dambrosio, Emiliano ha indossato la maglia del ‘cattolico pro vita’ o quello del ‘sinistroso pro aborto’, ma ormai Emiliano ci ha abituati al doppiopesismo e al cerchiobottismo senza precedenti.”

Sul contrasto alla denatalità la consigliera del M5s Antonella Laricchia: “È stato importante aprire in Consiglio regionale un dibattito sulla natalità e sul sostegno alle donne in gravidanza. Un confronto che va però slegato dal tema dell’aborto”.

“Bisogna monitorare i dati, per capire se effettivamente sia un problema legato alle fasce più povere della popolazione, o piuttosto non riguardi in misura maggiore il ceto medio. E comunque da solo non basta”.

“Sono necessari strumenti di sostegno alla donna- prosegue la consigliera- e dispiace doverlo ribadire ancora una volta, perché vuol dire che in questi anni non si sono fatti passi avanti. Il contributo di 5000 euro si deve inquadrare in una politica più ampia di sostegno alla povertà, a cui nessuno può dire di no. Per mettere in atto politiche per la natalità serve un monitoraggio che ci aiuti a capire come intervenire in maniera strutturale”

Michele Mazzarano, consigliere regionale del Pd, ritiene che la destra stia “connotando ideologicamente la questione e che non c’è connessione fra povertà e denatalità, anzi, il contrario secondo i dati”.

“La delibera di Giunta regionale sui sostegni alle donne in gravidanza- dice- si muove nell’ambito della Legge 194 che prevede accoglienza, ascolto, assistenza e analisi delle criticità delle donne che intendono ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza, non è ispirato da un principio di superamento della 194 ma è in continuità rispetto ad essa, in quanto interviene nella sua applicazione, commettendo l’errore di introdurre il sostegno economico”.

“Farà bene l’assessore Rosa Barone a proseguire il confronto con tutte le associazioni- come ha detto la stessa, ndr- per valutare quali siano le forme più adeguate, da parte dei consultori, al supporto delle donne che intendono ricorrere all’IVG”.

 

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