StatoDonna, 10 novenbre 2021. Il 29 Ottobre scorso, gli studenti della IA e della IIIA dell’indirizzo agrario dell’IISS “Luigi Einaudi” di Foggia, hanno intrapreso un viaggio verso le campagne di Biccari per vivere una particolare esperienza sensoriale e per conoscere da vicino un prodotto prelibato e ricercato, lo zafferano.
L’Azienda Agricola Checchia ha fatto una scelta coraggiosa, ha investito su una coltura non facile e ancora poco diffusa nel nostro territorio. Quando si sceglie il nuovo, la strada verso il successo è in salita, ma poi in qualche modo l’audacia viene premiata. Lo zafferano, come ogni cosa delicata e bella, richiede particolari attenzioni e moltissima pazienza.
Viene molto facile associare il suo profumo alla cucina del nord Italia, ai rigidi inverni e ai piatti fumanti delle trattorie milanesi, ed è proprio questo pregiudizio che spiazza e ci sorprende quando scopriamo che a pochi chilometri dal capoluogo dauno, esiste un’azienda che coltiva, lavora e vende questo prodotto.
La guida, Leonardo Checchia (in foto)ha raccontato in modo minuzioso l’intero percorso che porta un fiore dai colori accesi a diventare una delle spezie più costose al mondo. Il fiore va raccolto a mano, in un periodo dell’anno ben preciso e rigorosamente prima dell’alba, quando ancora non si schiude e attende timidamente l’arrivo del sole. Non sono ammessi ritardi: se il fiore si apre, gli insetti attirati dal polline si tuffano tra i petali e ne contaminano la parte più preziosa, compromettendone la qualità.
La resa in termini economici è alta, ma la quantità di prodotto utile è molto ridotta, soprattutto se si punta alla qualità, ed è per questo che l’unità di misura di riferimento in questo caso è il grammo. Nemmeno l’operazione di estrazione del pistillo è cosa semplice e deve essere fatta subito dopo la raccolta.
I ragazzi, spinti dalla curiosità, hanno posto moltissime domande e hanno avuto il privilegio di un incontro ravvicinato che ha coinvolto tutti e cinque i sensi. Alcuni di loro si sono cimentati nelle delicate fasi di questo affascinante processo. Il bottino della raccolta? Un cestino ricolmo di fiori viola, una composizione degna delle più importanti cerimonie.
Una volta sparpagliati su un tavolo appositamente costruito (nulla è lasciato al caso), i giovani apprendisti per un giorno, opportunamente guidati, hanno cominciato a sezionare ogni singolo fiore e a separare le parti utili. Innovazione, ma anche tradizione, in questi gesti dal fascino senza tempo. La guida ha chiuso con una riflessione sul senso di questa sfida: “Per vivere sereni, per essere stimati ed apprezzati, bisogna cercare i frutti migliori in ciò che possediamo”.
Altra piacevole e inaspettata scoperta, l’esperienza di uno studente della VA dello stesso indirizzo, Salvatore Preste, che ha colto l’occasione della visita per parlare della sua personale esperienza con lo zafferano. Con entusiasmo ha raccontato: “Volevo provare qualcosa di nuovo, e dopo un lungo lavoro di documentazione su siti web, gruppi di discussione, video, ho deciso di tentare con pochi bulbi, un centinaio. Non sapevo come sarebbe finita, non avevo molta esperienza ma non mi sono arreso e giorno per giorno ho curato quel piccolo fazzoletto di terra. Qualche volta bisogna osare e ho fatto bene! Veder spuntare il primo fiore mi ha dato una soddisfazione tale da ripagare ogni sforzo.”
Le cose preziose si conquistano con il lavoro costante e la passione, questa la lezione più importante per gli studenti delle due classi. Unico rammarico, non c’è stato il tempo per un buon risotto!
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