Sport e superstizione: i gesti scaramantici più curiosi
Chiunque abbia assistito a un evento sportivo sa bene che gli atleti possono essere molto superstiziosi. Alcuni di loro hanno talmente tanti rituali pre-partita o pre-gara che spesso diventano famosi anche per questo: dal baseball al tennis, passando per il calcio e il basket, i gesti portafortuna compiuti dagli sportivi sono diventati iconici quasi quanto loro stessi. Uno dei rituali più comuni è quello di indossare determinati abiti o scarpe prima o durante il match, oppure di toccare qualcosa appartenuto a un personaggio famoso o a una persona cara. Nonostante possa sembrare un controsenso, alcuni gesti richiamano anche l’appartenenza a una particolare religione: chi non ricorda il leggendario Trapattoni mentre versava acqua santa sotto la panchina? Insomma, non si sbaglia nel dire che si può assistere a qualunque cosa e il motivo, secondo gli esperti, è da ricercarsi nel bisogno psicologico di controllo, profondamente radicato nella natura umana. In sostanza, oltre a essere un modo per scaricare la tensione, l’atto rituale diventa anche una sorta di protezione dai rischi, una specie di scudo dietro il quale sentirsi sicuri.
Alcuni esempi nel baseball e nel basket
Se c’è uno sport il cui nome è quasi sinonimo di superstizione, questo è sicuramente il baseball, dove non mancano neppure storie di maledizioni e leggende durate decenni: è difficile trovare un solo giocatore che non abbia un proprio gesto distintivo. Mark Fydirich, ad esempio, parlava con la palla prima di lanciare; Clint Barmes, dopo aver battuto benissimo con la caviglia fasciata per una slogatura, continuò a fasciarla anche in seguito; Wade Boggs mangiava solo pollo prima di ogni gara; mentre Larry Walker era ossessionato dal numero 3, che oltre a portare sulla maglia (33) scandiva praticamente il tempo di ogni sua azione, dalla sveglia al giorno del matrimonio, fino alla sezione in cui si sedeva allo stadio.
Per quanto riguarda il basket, Kevin Garnett era solito mangiare un panino con burro di arachidi e gelatina prima di ogni gara; mentre Michael Jordan preferiva una bistecca di sei etti con insalata e patate, accompagnate da una bevanda allo zenzero, ovviamente quattro ore prima del match. Stephen Curry, invece, è noto per indossare i calzini al rovescio, perché ritiene che questo gli dia un vantaggio sui tiratori avversari; mentre LeBron James ne ha cambiati parecchi nel corso del tempo, dal lancio del borotalco alla stretta di mano diversa per ogni compagno di squadra.
Dalla Formula 1 passando per gli scacchi
Non sono da meno gli sport motoristici e quelli di strategia, che vantano una discreta storia di superstizioni e amuleti. Tazio Nuvolari, ad esempio, indossava sempre una tartarughina d’oro ricevuta in regalo da Gabriele D’Annunzio e su cui era incisa la frase “All’uomo più veloce, l’animale più lento”. Niki Lauda aveva una monetina all’interno dei guanti, mentre Emerson Fittipaldi non si separava mai dalla foto della figlia. Jacques Villeneuve correva con la tuta di una taglia più grande e Kimi Raikkonen ha indossato per anni lo stesso paio di calzini. Michael Schumacher saliva sull’abitacolo sempre dal lato sinistro, mentre Fernando Alonso si infila prima la scarpa destra. Lewis Hamilton, infine, fa sempre il segno della croce, ma come lui stesso tiene a precisare “la fede non è scaramanzia”.
Non mancano gesti e atteggiamenti particolari neppure negli sport di strategia come il poker. Ogni giocatore segue infatti un proprio rituale portafortuna: c’è chi indossa sempre gli stessi abiti e chi è solito posizionare le chips in un determinato ordine. Non manca neppure chi porta al tavolo un oggetto, in alcuni casi anche alquanto bizzarro, come un’arancia o un fossile: è il caso, rispettivamente, di Johnny Chan e Greg Raymer, che infatti veniva soprannominato “Fossilman”. Anche gli scacchi hanno i loro piccoli rituali: c’è chi non tocca mai la scacchiera e chi, come il campione Magnus Carlsen, non utilizza mai una seconda volta la penna con cui ha perso; dichiarò addirittura di averne gettata una nel Tamigi dopo una sconfitta.
La superstizione nel calcio e nel tennis
E non possiamo chiudere questa rassegna di gesti scaramantici senza citare il tennis e il calcio. La lista di Rafael Nadal, ad esempio, è piuttosto lunga; chi segue le partite dello spagnolo avrà indubbiamente notato la quantità di azioni ripetute che compie, quasi al limite dell’ossessivo-compulsività. Le due bottigliette di acqua calda e fredda posizionate in diagonale prima di entrare in campo, ad esempio, per non parlare del rituale schematico che compie prima di giocare ogni punto, seguendo un preciso ordine: aggiustatina della maglietta sulla spalla destra e su quella sinistra, tocco del naso, spostamento dei capelli dietro l’orecchio sinistro, ancora naso, poi capelli dietro l’orecchio destro e infine una sistemata ai pantaloncini. C’è chi, come Federer, evita di guardare i suoi tic per non distrarsi o innervosirsi, sebbene non sia da meno: lo svizzero, infatti, porta sempre con sé 8 racchette e durante il match beve da 8 bottiglie diverse. Maria Sharapova, invece, evitava di calpestare le righe del campo; mentre Djokovic e Sinner fanno rimbalzare la palla un tot di volte prima di battere il servizio.
E nel calcio? Cristiano Ronaldo, ad esempio, indossa sempre per primo il calzino destro ed entra in campo per ultimo facendo uno skip in aria che parte dal piede destro; nella foto di squadra pre-partita si posiziona in seconda fila sulla sinistra e si mette sempre in punta di piedi; sul pullman della squadra si siede nell’ultima fila, mentre in aereo preferisce stare davanti da solo. Esistono inoltre una serie di esercizi che non manca mai di compiere, ma non tanto per scaramanzia quanto per allenare la forza e trarne benefici nella vita come nello sport. Per quanto riguarda Lionel Messi, il gesto più conosciuto che l’argentino compie è quello di posizionare la palla con entrambe le mani prima di battere un calcio di rigore e camminare all’indietro facendo sempre lo stesso numero di passi. Il numero uno del Real Madrid, Thibaut Courtois, non inizia mai la partita senza aver tirato alcuni calci al palo e un pugno in mezzo alla porta. Potremmo continuare all’infinito, ma concludiamo questa rassegna di aneddoti con due grandi del passato: Maradona entrava in campo con il piede sinistro e nel Napoli baciava sempre la fronte del suo massaggiatore; Cruijff tirava una pacca nello stomaco al portiere e sputava la gomma da masticare nella metà campo avversaria. (nota stampa).