Congresso Pd in Capitanata, Campo: “Renzi o M5s? Pensiamo a noi”

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Stato Donna, 11 dicembre 2022. “I candidati al Congresso del Pd devono chiarire che con queste persone non possiamo avere nulla a che fare, né ora né mai”. Queste le parole di Emiliano, riferite e Renzi e Calenda, e che riportiamo al segretario cittadino del Pd di Foggia, Davide Emanuele, nell’ambito della preparazione al congresso Pd. Dopo la prima tappa del percorso di Stato Donna e Stato Quotidiano, in cui abbiamo ascoltato Mariella Romano, Lia Azzarone e Maria Disceglia, Donne dem in Puglia, Emanuele risponde: “Non sono l’interprete di Emiliano, penso che si tratti di un appello nell’impegno con cui si dovrà contribuire a formare una coalizione alternativa al centrodestra”.

Per il resto il segretario tocca temi locali e nazionali nella misura in cui si procede secondo le scadenze stabilite: “Il 27 gennaio scadono i termini per presentare le candidature alla segreteria nazionale, noi dobbiamo concentrarci essenzialmente sul profilo identitario del Pd, sul manifesto dei valori per cui sono state chiamate 90 persone e a cui i circoli sono chiamati a dare il loro contributo”.

Bonaccini, Paola De Micheli o Elly Schlein? “Ci potranno essere anche altri nomi, non è detto, rispetto a questi si tratta di personalità valide e fra l’altro complementari, basti pensare che fino a quando non è stata eletta deputata Schlein era la vicepresidente di Bonaccini nella Regione Emilia”. I circoli del Pd come stanno? “Bene, sono vivi, lavorano, discutono, noi siamo l’unico partito che fa congressi veri e non con il messaggino che manda il capo. Questo patrimonio umano è la nostra forza. Se dobbiamo chiedere qualcosa al nazionale è più attenzione al territorio perché negli ultimi anni c’è stato uno scollamento fra i vertici e i circoli locali, poco coinvolgimento. Vedremo quali saranno le loro proposte in tal senso”.

Per quanto riguarda Foggia e la Capitanata, rispetto alle ambizioni di avere un proprio rappresentante negli organismi che verranno, Emanuele non si sbilancia: “Non sappiano se i congressi di circolo si faranno prima o dopo il congresso nazionale, questo non è ancora chiaro”. È certo che si eleggerà il segretario nazionale con primarie aperte, “com’è sempre stato”.

Loda il ruolo di Raffaele Piemontese, vicepresidente della giunta regionale, “perché è il riconoscimento anche del lavoro del Pd in Capitanata”, sebbene riguardi l’aspetto istituzionale, non quello politico e di partito. Gli chiediamo dell’addio dei tre calendiani pugliesi al Pd: “Le frizioni vanno avanti da un paio di anni, la cosa brutta è che sono stati eletti con i voti di persone che li davano dentro una coalizione, in certi addii ci vedo recriminazioni più personali che politiche”.

Mariagrazia Campo, di Manfredonia – presidente commissione provinciale di garanzia del Pd, già presidente della commissione del congresso nel 2017, l’ultimo che si è celebrato – fotografa la situazione attuale nel partito: “Non è per attendismo che non ci si sbilancia ma perché è in atto una discussione, e a parte Antonio Decaro nessuno è venuto allo scoperto. Se fossero stati sicuri di avere tanti soldati dalla loro parte, dopo aver fatto la loro mossa, non avrebbero esitato, ma questa volta la base, dopo la sconfitta delle politiche, è ancora più importante”.

A proposito delle precisazioni di Emiliano sul “no a Renzi e Calenda” dice: “Ma un congresso può ruotare intorno a ‘mai con il M5s o mai con Renzi’? Questi messaggi trasversali, questo dire a suocera perché nuora intenda, non mi appassionano. E noi? Noi abbiamo bisogno di un congresso che rifondi il partito e non smantelli i circoli in una sorta di ‘partito liquido’ come ha fatto Renzi. I circoli stanno in piedi grazie al lavoro e ai soldi degli iscritti, diversamente si è costretti a fare quello che dice chi li tiene in piedi ”.

Sui nomi schierati per il congresso dice: “Quello che spaventa di Bonaccini è che è stato renziano, ma oggi discutevo con un dirigente del pd e mi ricordava che è stato anche dalemiano e bersaniano”. Dunque? “Se ci fosse stato Zingaretti oggi staremmo raccontando un’altra storia. Comunque nel partito, al di là di tutte le corse ai posizionamenti, quello che emerge è la richiesta di maggiore radicalità sulle tematiche del lavoro e dell’equità sociale. Chiunque lo guiderà dovrà farsi carico di questo”.

A proposito della mancata elezione di donne pugliesi Pd in Parlamento, tema che Stato Donna ha affrontato sin dopo le politiche, commenta: “Una questione importante e su questo ho la mia idea. Le donne a sinistra sono di più come numero e hanno a che fare con uomini che, nel partito, rivestono ruoli consolidati da anni, questo fa la differenza. Io credo fermamente nelle quote e anche molte donne di destra, che le criticano, sono state elette grazie ad esse”.

Le chiediamo, inoltre, se Raffaele Piemontese, anche per questo congresso, può essere una bandiera per la Capitanata: “Lo è, certamente, ma penso anche a Michele Bordo, sebbene non sia più parlamentare, a Paolo Campo, non lo dico perché è mio fratello, o alle amministratrici di Cerignola. Ecco, serve un contesto perché da soli non si va da nessuna parte”.