Stato Donna, 20 settembre 2022. “Sento il bisogno di avere la necessità di avere persone vicino a me; anche se giudicano male”. L’agenzia LaPresse riporta l’incipit della lettera che Alessia Pifferi, 37 anni, ha inviato dal carcere alla trasmissione ‘Quarto Grado’ che su Rete 4 sta seguendo la sua vicenda. “Per parlare di oggi e del papà di Diana devo dire che non mi sento di esprimere nulla perché sono fatti così delicati che potrei parlarne solo privatamente a lui. So solo che vorrei poter tornare indietro a quel giorno per non uscire e riavere la mia bambina”, prosegue la lettera.
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La donna, difesa dagli avvocati Luca D’Auria e Solange Marchignoli, ha abbandonato la figlia Diana di appena 2 anni a casa da sola per una settimana, mentre era dal compagno fuori Milano. Al suo ritorno, la piccola era morta.
Nella lettera, la 37enne racconta anche la propria vita, del matrimonio: “In Sicilia indossavo l’abito da sposa prestato da mia sorella, invece quello di Milano l’ho comprato io risparmiando. “Io – si legge ancora nella lettera – non ho mai detto che mia figlia era un intralcio nella mia vita e vorrei proprio sapere chi lo ha detto e perché. Ho semplicemente detto che è molto più difficile fare la propria vita con un figlio piccolo, ancora di più essendo una ragazza madre”.
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