Entrata all’Angiulli Bari fa passi da gigante, i primi tornei, i primi successi, la voglia di impegnarsi per raggiungere importanti risultati nello sport, tanto amato da papà Enzo, che le trasmise la voglia di approcciarsi al tennis. Comincia a vincere da piccola, cinque campionati italiani e diversi tornei internazionali, in una regione come la Puglia, da sempre ricca di talenti tennistici.
A 14 anni un problema al piede la tiene lontana dai campi per circa due anni. Grazie alla determinazione che l’ha sempre contraddistinta torna a giocare e a crescere a vista d’occhio. Dopo il diploma, la grande possibilità di trasferirsi negli States, con qualche titubanza iniziale e le potenzialità di unire con profitto studi universitari e allenamenti sportivi di alta professionalità. Martina, ormai, all’età di 23 anni (classe 98) è ad un passo dalla laurea, e dopo aver vissuto tre anni a Lafayetteville, in Arkansas, dove ha giocato per la squadra americana Razorback, nel settembre del 2020 decide di trasferirsi in Oklahoma, accettando sfide e stimoli più importanti e dove tuttora risiede. uestoMarCo
Archiviato l’ultimo torneo Open disputato e vinto in Italia a Latiano (BR) in finale su Andreina Pino, è arrivato anche il momento di cogliere il frutto di tanti sacrifici e tanta passione. Notizia di questi giorni, è infatti, il suo primo titolo conquistato in un ITF, dove la tennista sipontina è riuscita a cogliere un’importante Semifinale nel torneo di Singolo $ 15.000 di Norman, battuta dalla canadese Xu con il punteggio di 6-4,6-4 e vincere, nello stesso torneo, il torneo di Doppio in coppia con la finlandese Ooana Nicole Orpana, imponendosi sul duo Williford-Schaefbauer in tre set 6-2,5-7,10-6.
“All’inizio nessuno si poteva allenare. Io sono stata qui in America, non potevo partire per via del virus, il volo era stato cancellato e quindi era tutto chiuso anche i campi dell’Università. Non si poteva uscire di casa per un mese. Poi sono riuscita ad allenarmi sia fisicamente che a livello tennistico. Chiaramente è stata molto dura, perché stare così tanto lontano dai campi non è mai facile”.
“Sì primo titolo a Norman di doppio e semifinale di singolare. La prima volta che sono arrivata così in fondo in un torneo pro e ora sono in uno stato dell’America che si chiama Iowa. Sto giocando un campionato del College e poi penso di andare a Cancun per disputare due altri tornei da 15000 dollari. Rientrerò in Italia e poi a gennaio ricomincerò a giocare in altri tornei del college”.
“Qui in America si gioca prevalentemente sul cemento, perché in realtà non ci sono campi in terra o meglio veramente pochi. Tutte le università hanno campi in cemento, 20-30, e purtroppo non si riesce a giocare sulla terra, anche perché il 98% dei tornei è su questa superficie e non c’è bisogno di allenarsi sulla terra”.
“Porto tanto, in realtà. Non mi dimentico le origini. Sono di Manfredonia, mi sono allenata lì per tantissimi anni e mi manca quando sono qui in America. Ho iniziato a giocare a tennis ad 8 anni al circolo della Salvemini con il maestro Silvio La Forgia, con papà e queste cose le porto con me e non le dimenticherò mai. Allenamenti fatti con il vento, con la pioggia, con -2 gradi. Tornare a Manfredonia è sempre bellissimo. Ogni volta che cammino in giro per il Corso, o per la città, c’è sempre in giro gente che mi dice “forza campionessa”, siamo con te. Il supporto dei cittadini è incredibile e mi dà veramente la forza di andare avanti. Mi scrivono anche qui e questa cosa mi fa veramente piacere. Non avrei mai immaginato che tanta gente mi seguisse e mi supporta giorno per giorno. In giro per il mondo mi porto l’amore che mi dimostrano ogni giorno”.
“La giornata tipo è sveglia alle 5.45. Alle 6.30 abbiamo allenamento fisico in palestra per un’ora, poi università, poi allenamento tennistico per circa due ore e mezza. Dopo pranzo, un nuovo allenamento tennistico per altri 90 minuti, nuovamente università, cena, studio e riposo”.
“Le opzioni sono tante. Dopo la laurea a dicembre di quest’anno, inizierò la specialistica in marketing che credo durerà 1 anno e mezzo o due. Subito dopo di questa, le opzioni sarebbero rimanere qui e trovare lavoro, fare da coach o tornare in Italia, allenarmi con Gianluca Pozzi, che è il maestro che mi sta seguendo al momento e provare a passare professionista. Al momento, però, è un pochino presto per pensarci visto che mancano 2 anni per tale decisione. Il sogno, però, c’è.
“Il sogno tennistico è competere al livello professionista e diventare una top 25-50 al mondo. Il sogno nel cassetto è vincere un torneo dello Slam. Mi piacerebbe vincere Wimbledon, il torneo più bello al mondo, però chiaramente, ci sono tanti step da superare, tanto lavoro da fare e bisogna mantenere testa bassa, restare umili e continuare a lavorare. Voglio ringraziare la mia famiglia, papà, mamma, mio fratello Giovanni, mia sorella Sonia che mi supportano costantemente, non lasciandomi un secondo. Sono Incredibili. Ringraziare anche Gianluca Pozzi, nonostante lui sia in Italia ed io in America perché restiamo sempre in contatto e tutti i cittadini manfredoniani che mi supportano”.
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