“In esso si dà anche il benvenuto alle socie componenti il consiglio direttivo che vede come presidente l’avv. Maria Rosaria Judice, vice presidenti la prof. Donatella Curtotti e l’avv. Carolina Scarano, segretaria l’avv. Elisa Palancia e tesoriere l’avv. Antonietta De Carlo. Sono svariati i temi di cui si occupa il gruppo di giuriste, dall’attenzione alla presenza femminile negli organismi decisionali alla valutazione insufficiente dell’apporto delle donne nel periodo di Covid e oltre. Evidenziando, ancora, quelli più recenti, la necessità del supporto fra donne e, attraverso la responsabile dei rapporti internazionali, la lotta per affermare tali diritti.
Lo scorso anno sono stata sollecitata dall’amica avv. Irma Conti, a costituire qui a Foggia una sezione dell’ADGI, che già seguivo, avendo io promosso e realizzato, in collaborazione con altri enti e associazioni delle quali faccio parte, iniziative ed eventi sugli stesi temi che sono oggetto e scopo dell’ADGI. Infatti, l’associazione, che si ispira nella sua attività ai principi della Dichiarazione dei diritti delle Nazioni Unite, della Carta dei diritti dell’Unione Europea e della Costituzione Italiana, ha per oggetto e scopo di promuovere la partecipazione paritaria delle donne alla vita sociale, politica e lavorativa, rimuovendo gli ostacoli normativi e sociali.
L’individuazione delle socie è stata facile, perché sia le colleghe che le docenti universitarie, che preferisco definire amiche, sono tutte donne che ben conosco e con le quali ho avuto e ho rapporti di proficua collaborazione. La loro adesione alla associazione e il riparto delle cariche sono state senz’altro favorite dalla comune visione degli scopi associativi.
Certamente, non è sempre facile essere in sintonia tra donne, ma quando questo accade si riesce a fare squadra e a conseguire dei risultati.
Di organizzare incontri, conferenze, corsi di formazione e approfondire tematiche inerenti la condizione giuridica, sociale, lavorativa della donna, nonché la partecipazione alle altre istituzioni che si occupano dei medesimi problemi e agli enti istituzionali nelle forme previste dalle leggi vigenti.
Noi operiamo nel campo del diritto, lo studiamo, lo approfondiamo e lo applichiamo.
Certo, perché i diritti ai quali facciamo riferimento sono quelli universali, che non hanno genere. L’esigenza di riaffermarli ci è imposto dalla società.
In qualsiasi campo o settore una donna raggiunge i vertici non può continuare a fare notizia, perché rappresenta una eccezione, ma deve essere accolta come accade quando si tratta di un uomo, in quanto sono i titoli, le competenze e la capacità di quella donna che le sono valse il meritato riconoscimento.
Moltissimo, perché è dall’educazione alla parità di genere, dalla cultura e dall’esempio, che può e deve partire il cambiamento. La nostra città vede tante donne impegnate e di valore, che però sono sconosciute dai più e soprattutto a livello locale. Personalmente -e me ne sono resa conto in questi anni occupandomi con altre amiche di tematiche giuridiche femminili e nei tanti incontri avuti con i giovani- queste lacune sono emerse. Gli adulti non sono da meno, le faccio un esempio. L’iniziativa del ‘Disamorex’ (farmaco che farmaco non è, volto a prevenire e contrastare la violenza alle donne) edito dalla Casa Editrice Mammeonline, ora Matilda Editrice, promosso da ‘Donne in Rete’ in collaborazione con altre associazioni ed enti, come il Comitato Pari Opportunità del Consiglio Forense di Foggia, ha riscosso un notevole successo ed è diffuso in moltissime città italiane, tranne che a Foggia. Per questo ogni tanto lo riproponiamo.
Sicuramente sì.
Non è limitata solo a livello locale, ma anche regionale e nazionale, proprio in forza del livello culturale e professionale delle socie.
Le sentenze si commentano se si leggono per esteso e se si conoscono gli atti processuali, sempre sotto l’aspetto squisitamente giuridico. Esse, mi riferisco a quelle più “inique”, possono essere frutto di errata applicazione o interpretazione delle norme vigenti, di indagini poco approfondite, di difese poco incisive o di strumenti legislativi poco efficaci.
Necessita di alcune modifiche per potere essere un valido ed efficace strumento, perché presenta delle criticità. Le faccio un esempio. L’iter delle indagini deve essere rapido se si vuole assicurare una tutela alla donna vittima di violenza. Ma continueremo a piangere vittime se non si istituiscono, o meglio rafforzano, i nuclei specializzati della Polizia Giudiziaria, se non si hanno all’interno delle Procure magistrati che si occupano esclusivamente di questi reati, se non può garantire l’ascolto rapido della donna e il coordinamento con le sezioni civili dei Tribunali nei casi in cui sono, pendenti, procedimenti di separazione o divorzio per l’adozione degli opportuni provvedimenti. Da ultimo, non certo perché meno importante, occorre prevedere una idonea e adeguata copertura finanziaria.
Sicuramente, daremo loro spunti di riflessione e strumenti per comprendere e far valere i loro diritti.
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