A LectorinFabula tutti possiamo essere eroi

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STATOQUOTIDIANO.TI, 05 OTTOBRE 2021. L’invito ad un festival culturale, un caratteristico centro storico medievale da cui si scorge il mare, la mia irrefrenabile curiosità, la voglia di fare esperienze che arricchiscano mente, occhi e cuore. Devo aggiungere altro?

STATOQUOTIDIANO.TI, 05 OTTOBRE 2021. L’invito ad un festival culturale, un caratteristico centro storico medievale da cui si scorge il mare, la mia irrefrenabile curiosità, la voglia di fare esperienze che arricchiscano mente, occhi e cuore. Devo aggiungere altro?

STATOQUOTIDIANO.TI, 05 OTTOBRE 2021. L’invito ad un festival culturale, un caratteristico centro storico medievale da cui si scorge il mare, la mia irrefrenabile curiosità, la voglia di fare esperienze che arricchiscano mente, occhi e cuore. Devo aggiungere altro?

Il sole di fine settembre illumina la facciata bianca, in tipico stile romanico-pugliese, della Cattedrale. Un vicolo percorso da fioriere e stendardi, in fondo al quale si scorge un maestoso campanile. Suonano i rintocchi, è mezzogiorno.

Il 25 settembre è una data importante per Conversano: quest’anno ricorre il centenario della morte di Giuseppe Di Vagno e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha presenziato alla cerimonia commemorativa.

Giungo all’ingresso del Monastero di San Benedetto, quartier generale di LectorinFabula (https://www.lectorinfabula.eu/). L’European Cultural Festival, arrivato alla sua diciassettesima edizione, ha scelto come tema ‘Il tempo degli Eroi’. Mi aggiro estasiata all’interno del complesso monumentale. Attraverso un portale fiancheggiato da due coppie di leoni stilofori, entro nella chiesa massicciamente barocca. Uscendo, proseguo ritrovandomi in un ampio chiostro vetrato e l’indicazione che porta ad una scalinata. Al piano superiore sono allestite sale conferenze, una terrazza ed in fondo ad un lungo corridoio, una biblioteca.

Ho appuntamento per un’intervista. La scorgo subito, indossa la mascherina fucsia: è la food artist Laura Rizzo, creatrice di Pollo d’artista e Olio su Teglia.

Dopo una golosa pausa caffè, inizio a seguire una dettagliata serie di talk, selezionati tra i tanti in programma, per il week end di chiusura del festival.

‘Il Capitale Culturale’, moderato da Cristiana Castellotti, è un dibattito aperto tra i relatori presenti. Il Sindaco Giuseppe Lovascio conferma la notizia della candidatura di Conversano a Capitale Italiana della Cultura 2024, definendola una vera e propria ”chiamata alle Arti a cui si è deciso di partecipare ma soprattutto di crederci”.

Claudio Cappon ex Direttore Generale RAI, accusa l’attuale mondo dell’informazione di essere ”spacciatore ansiogeno di doping emozionale” e di ”diffondere notizie che distruggono le speranze e quindi distruggono il futuro”, al contrario ”creare capitale culturale significa proprio progettare il futuro” e conclude con due sottili provocazioni: “Senza offesa, la Puglia oggi è la nuova Toscana perché è bella e sicuramente perché è merito dei pugliesi. Il problema è che gli italiani in generale sono poco ambiziosi. Se Roma fosse stata in Francia, Macron l’avrebbe già candidata a diventare capitale della cultura nel mondo”.

Annarita Briganti, giornalista e scrittrice, scardina l’abusato slogan che associa la cultura al petrolio sostenendo che “la cultura non inquina ma è invece fonte di vita. È una forma di investimento e sviluppo e riesce a superare limiti ed ostacoli” e cita un esempio di successo come Pordenone che grazie all’esperienza di PordenoneLegge è candidata a Città del Libro 2022. “La cultura va praticata quotidianamente, deve diventare un rituale come il cappuccino al risveglio la mattina”, conclude. L’economista Rossella Tarantino, infine, ripercorre i punti salienti del caso Matera che da “vergogna d’Italia” è stata proclamata Capitale Europea della Cultura 2019: “per la sintesi del progetto di rilancio ci siamo ispirati al concetto cardine del Bauhaus che immaginava città più belle, più facili e più inclusive”.

‘Eroi della Politica’ è il titolo del libro di Roberto Escobar che attraverso le storie di re, capi e fondatori, cerca di descrivere come si materializza il potere attraverso i riti che celebrano la vita e la morte: “Ricordate che non c’è niente per cui valga la pena di morire, piuttosto c’è sempre qualcosa per cui valga la pena di vivere. Santificare gli eroi che sono caduti, celebrarne il loro sacrificio non significa tenerne in vita il ricordo ma al contrario preparare alla morte. La morte e il sole sono le uniche cose che non si possono guardare e il Re Sole lo sapeva bene. Lui però ribalta la tradizione attraverso delle vere e proprie messe in scena che prendevano vita a Versailles. Quando tutti osservano qualcosa o qualcuno, si crea una somma di sguardi e si materializza l’idea della centralità. Luigi XIV chiedeva che la sua Corte fosse coinvolta in tutte le fasi che scandivano la sua giornata, come un sistema di immaginari pianeti che dovevano gravitare attorno a lui, il sole appunto, in quanto stella che dà vita a tutto”.

Concludo la serata nel grande chiostro del Monastero, sorseggiando un calice di rosato e assaporando il buonissimo Pan di Spaccio al vitello tonné, offerto dal negozio di specialità alimentari Spaccio – Mortadella Jazz (https://www.facebook.com/spacciomortadellajazz), in compagnia di un grande elefante metallico che cercava di spiccare il volo, attaccato a dei palloncini colorati.

‘Lavoratori in quarantena’, moderato da Rita Quarzè, è il dibattito che ha animato la domenica mattina sul tema dello Smart working. Maurizio Del Conte, ex Presidente ANPAL, sostiene che “è necessario cambiare l’organizzazione del lavoro. La pandemia ha solo accelerato un processo che già stava investendo la pubblica amministrazione. Non è più possibile attribuire una taglia unica a tutti i tipi di lavoro perché il lavoro agile deve avere delle caratteristiche bene precise: deve essere disconnesso perché non è obbligatorio praticarlo da casa o rispettando degli orari precisi, inoltre per delocalizzarlo e quindi avere la possibilità di lavorare nei borghi, urge un potenziamento di servizi ed infrastrutture”.

La sociologa Mirella Giannini pone al centro della discussione la figura femminile: “Tutti conoscono Ipazia d’Alessandria. Il suo nome fu associato ad un progetto che promuoveva l’implementazione del telelavoro da casa per le donne. Oggi, come allora, è importante analizzare il contesto culturale all’interno del quale le donne devono gestire il legame tra vita privata e vita lavorativa e il libro di Melissa Gregg ‘Work’s Intimacy’ individua tutte le seduttive sfaccettature dell’intimità del lavoro, mediato dalla tecnologia, che sembrerebbe destinata a trionfare sulle poche relazioni rimaste”.

Infine, Franco Busto, segretario generale UIL Puglia, solleva una riflessione: “Perché non cercare una mediazione tra il maschile dei lavoratori e il femminile delle lavoratrici ponendo un velo che mitighi questa guerra, in modo da porre l’accento sul merito?”.

Il concetto è vagamente utopico ma decido di confrontarmi con la Giannini alla fine del talk: “Rendere asessuati i ruoli lavorativi potrebbe essere una soluzione alla guerra di genere che imperversa nel mondo del lavoro?”, domando. “Direi proprio di no. Ma è anche vero che la nostra generazione ha vissuto esperienze diverse da quelle che vivono i giovani di oggi: esperienze comuni, più fluide, in contesti lavorativi più condivisi”.

La domenica pomeriggio è intrisa di profondo pathos: Nicola Lagioia racconta e indaga, coinvolgendo ampiamente il pubblico, la lunga gestazione del suo ultimo libro ‘La città dei vivi’.

Giardino dei Limoni
Giardino dei Limoni
Il tempo degli eroi
Il tempo degli eroi
capitale culturale totale
capitale culturale totale
lavoratori in quarantena totale
lavoratori in quarantena totale
Camilleri sono Massimo Venturiello_2
Camilleri sono Massimo Venturiello
Camilleri sono totale

A coronamento di un festival innovativo, accattivante, che si pone l’obiettivo di sollecitare riflessioni sul nostro presente e volgere lo sguardo al futuro, la serata conclusiva non poteva che omaggiare uno degli scrittori più visionari del nostro tempo.

Lorenzo Pavolini, raccontando la malinconia e l’ironia di Andrea Camilleri, introduce Massimo Venturiello che si cimenta nella lettura di alcuni brani tratti dal romanzo ‘Riccardino’, pubblicato postumo su volere dell’autore.

Camilleri sono… Montalbano’ è una vera e propria pièce teatrale in cui i personaggi sembrano materializzarsi sul palco: Venturiello presta la voce al Commissario, a Catarella, a Fazio ed infine allo stesso Camilleri.

Lo confesso, alla fine mi sono commossa perché certe emozioni può regalartele sono l’animo immenso di uno scrittore quando ti spiega semplicemente che “È fatta di un nulla la felicità. Come quelle farfalle che prendi per le ali e poi lasci andare e sulle dita tu resta una polvere d’oro. Attenzione, perché la felicità, a volte, vi è passata accanto e non ve ne siete accorti”.

A cura di Eleonora Zaccaria