“Chi usa il PC viene licenziato”, Passata la legge | dovete stare lontani dalla tecnologia oppure vi state a casa

"Se usi il PC ti licenziamo!" (pixabay.com) - www.statodonna.it
“Se usi il PC ti licenziamo!”. Com’è mai possibile? Passa una legge che definisce parametri molto rigidi in questi casi.
La quotidianità lavorativa, anche nelle sue forme più ordinarie, è spesso caratterizzata da azioni meccaniche. Aprire il laptop, rispondere a un’email, dare un’occhiata a un sito web durante una pausa.
In un’epoca in cui il confine tra vita personale e professionale è più sottile che mai, risulta sempre più difficile distinguere i comportamenti virtuosi da quelli che non lo sono con chiarezza.
Tuttavia, quest’area grigia può portare a conseguenze ben più gravi di quanto si possa immaginare. Una legge, infatti, definisce parametri quasi scioccanti.
In alcuni contesti, un comportamento apparentemente innocuo può trasformarsi in un potenziale detonatore. Non basta avere buone intenzioni per contenere gli effetti di tali azioni.
Quando un computer aziendale diventa un rischio
Come riportato da City Rumors, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema dell’uso privato dei dispositivi aziendali con una sentenza (n. 7825 del 25 marzo 2025) che ha messo in luce una realtà sempre più diffusa: molti dipendenti, seppur occasionalmente, si servono del computer dell’ufficio per scopi personali. La Suprema Corte ha chiarito un concetto fondamentale: non ogni utilizzo personale del pc aziendale può giustificare un licenziamento. Perché ciò avvenga in modo legittimo, è necessaria una violazione grave, tale da compromettere irreparabilmente il rapporto fiduciario tra lavoratore e datore di lavoro.
Nel caso in questione, il licenziamento era scaturito da due episodi in cui il dipendente aveva usato il computer per fini non lavorativi. Tuttavia, tali episodi sono stati considerati di scarso rilievo, sia per la loro natura che per il fatto che non avevano causato alcun danno al patrimonio informatico dell’azienda. Di conseguenza, i giudici hanno ritenuto il provvedimento sproporzionato e l’hanno annullato, confermando la decisione presa in secondo grado.

Come calibrare le sanzioni
Ciò non significa che l’utilizzo personale del pc aziendale non possa essere sanzionato, ma è fondamentale che la tipologia di sanzione sia calibrata sulla gravità effettiva della condotta. Riporta City Rumors che in assenza di elementi come la recidiva, l’abuso prolungato o il rischio di violazione dei dati aziendali, il licenziamento potrebbe risultare non solo eccessivo, ma anche dannoso per l’impresa, costretta a risarcire il dipendente con indennità e stipendi arretrati.
Il messaggio che ne deriva è duplice: le aziende devono agire con prudenza e senso di proporzione, mentre i lavoratori devono ricordare che ogni clic, anche il più banale, avviene sempre all’interno di un preciso contesto giuridico. In un’epoca in cui il lavoro si fa sempre più digitale, le regole rivestono un’importanza fondamentale.