INPS, se vi arriva la mail killer preparatevi a perdere tutto: la sanzione è talmente alta che fate prima a vendervi casa

Mazzata Inps (screenshot Inps/YouTube - Canva) - statodonna.it
Una mail pericolosa che sembrerebbe firmata dall’Inps starebbe generando panico. Di cosa parliamo e come difenderti?
Capita che un cittadino riceve comunicazioni dall’INPS che segnalano presunti errori. A volte parliamo di pagamenti ricevuti in eccesso o pratiche non registrate. Il risultato? L’ente può chiedere la restituzione di somme percepite e si creano problemi economici.
Basta un errore formale, una dichiarazione mancata o una comunicazione incompleta per innescare il meccanismo. Alcuni si vedono recapitare richieste inaspettate, senza sapere dove è nato il problema. L’idea di dover restituire soldi all’INPS mette in crisi anche chi non ha nulla da nascondere.
Molte persone, pensionati o percettori di bonus, finiscono per trovarsi in difficoltà perché non avevano calcolato l’obbligo di restituzione. In alcuni casi, gli importi richiesti non sono banali, e le famiglie si ritrovano a dover scegliere tra pagare o cercare rateizzazioni per evitare di indebitarti con l’ente.
La confusione regna sovrana e, tra comunicazioni e messaggi ingannevoli, diventa difficile capire dove sta la verità. Quanto c’è di fondato in queste richieste? L’INPS pretende la restituzione in ogni caso? Quali rischi si corrono? Ecco quanto c’è di vero!
Cosa succede
Può accadere che l’INPS richiede il rimborso di somme erogate in modo non corretto. Questo avviene in caso di errori nei calcoli, duplicazioni di contributi o dati dichiarati incompleti. La buona notizia è che, in questi casi, non si finisce nei guai.
L’INPS consente la restituzione con rateizzazioni sostenibili, senza attivare procedure aggressive o indebitamenti forzati. Chi riceve una comunicazione ufficiale può rivolgersi a un CAF o a un patronato per chiarire e regolarizzare. Non tutte le comunicazioni ricevute sono dell’INPS. Cosa succede?

Come difenderti
Diversi cittadini hanno segnalato di aver ricevuto una mail con oggetto “Problemi nella dichiarazione dei redditi”. Il messaggio avvisa il destinatario che la sua dichiarazione non è stata registrata e invita a cliccare su un link per consultare i documenti. In realtà parliamo di un tentativo di truffa ben costruito. Come riporta Diregiovani.it, il dominio utilizzato nel link è diverso da quello ufficiale dell’INPS ed è un chiaro indizio del raggiro.
L’obiettivo? Spingere gli utenti a fornire dati sensibili e informazioni riservate sotto pressione psicologica. I truffatori giocano sulla credibilità degli enti pubblici e sul panico che può generare l’idea di dover pagare multe o subire conseguenze legali. Molti utenti, presi dalla fretta, cliccano senza controllare e cadono nella trappola. Alcuni messaggi, al contrario, promettono rimborsi fiscali facili. In entrambi i casi, l’idea è di rubare dati.