ADDIO al colosso della moda: storia spazzata via dalla crisi | Proteste in tutto il Paese

Operaia della moda senza lavoro (Canva Foto) - www.statodonna.it
L’eccellenza del made in Italy nell’arte tessile e della moda messa a dura prova: chiude un’azienda storica. Scopri cosa è successo!
L’arte tessile e della moda made in Italy è un patrimonio di inestimabile valore, riconosciuto in tutto il mondo per la sua eccellenza e creatività. Le mani sapienti degli artigiani italiani danno vita a capi unici, realizzati con materiali pregiati e tecniche tradizionali tramandate di generazione in generazione.
La moda italiana è sinonimo di stile ed eleganza, capace di anticipare le tendenze e dettare le regole del gusto. I distretti tessili italiani, distribuiti su tutto il territorio nazionale, sono il cuore pulsante di questa industria.
Nonostante il prestigio e la qualità del made in Italy, alcune imprese del settore stanno chiudendo. La globalizzazione, la concorrenza dei mercati emergenti e le abitudini cambiate dei consumatori sono alcune delle cause di questa crisi.
Tra le aziende che hanno dovuto arrendersi, una ha destato scalpore per la sua storia e il suo prestigio. Di quale parliamo? Ecco tutto quello che c’è da sapere ora e perché chi ci lavora potrebbe dover cercare altro!
Cosa è successo
Il fallimento di un’azienda, a prescindere dal settore in cui opera, può essere causato da fattori intrecciati tra loro. Le dinamiche della Borsa, con le sue fluttuazioni imprevedibili, possono mettere a dura prova la solidità finanziaria di un’impresa.
Le decisioni dei fondi di investimento, orientate alla massimizzazione del profitto nel breve termine, potrebbero rivelarsi controproducenti nel lungo periodo. Le attività in chiusura sono un patrimonio di competenze e posti di lavoro che si perde. Qual è l’azienda della moda di cui stiamo parlando?

Di quale parliamo
Un’altra azienda del comparto moda ha deciso di chiudere, con il licenziamento di 55 lavoratori lo scorso dicembre. Parliamo della Bally Studio srl di Lastra a Signa, dove l’azione della proprietà, il fondo di investimento californiano Regent LP, è preoccupante per diversi motivi. La chiusura della Bally Studio srl è stata un campanello d’allarme per l’intero settore manifatturiero della moda in Toscana, che conta oltre 100 mila addetti diretti.
La Cgil ha lanciato un appello alle associazioni di categoria e ai brand del lusso presenti sul territorio. La Bally Studio srl ha dovuto fronteggiare la protesta dei 55 operai licenziati, che non hanno goduto di alcun ammortizzatore sociale. La notizia arriva dal Corriere. Stando a quanto riportato su La Nazione, in questi giorni i sindacati hanno proclamato uno sciopero delle trasferte, degli straordinari e dei servizi esterni.