Indipendenza economica: il 5% delle donne italiane non ha un conto corrente

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Donna senza soldi

Uno scenario preoccupante (canva.com) - www.statodonna.it

L’indipendenza finanziaria delle donne in Italia: dati e sfide della nuova era.  I passi da fare sono ancora tanti; ecco il quadro

L’autonomia economica delle donne rappresenta un obiettivo che richiede impegno collettivo e un profondo cambiamento culturale. Nonostante i progressi già compiuti nel corso della storia, il cammino da intraprendere rimane ancora lungo.

Statistiche recenti evidenziano infatti una situazione allarmante in relazione all’indipendenza finanziaria delle donne in Italia. Risulta che quasi il 5% delle donne non possiede un conto corrente, mentre il 58% delle stesse ha un conto intestato a proprio nome.

Questi dati, riportati dalla redazione di Milano Finanza, sono emersi da una ricerca condotta dalla Global Thinking Foundation e presentata durante la conferenza intitolata «Women for Society – Diritti Umani e Sostenibilità economica per l’inclusione sociale».

Sebbene si registri dunque un certo progresso rispetto agli anni precedenti, persistono grosse sfide da affrontare per il raggiungimento della piena autonomia economica.

L’indipendenza economica e il suo impatto

Un dato di particolare rilevanza secondo Milano Finanza è rappresentato dalla percentuale di donne che dipendono economicamente dal partner o familiare, la quale supera il totale del 31%. Questo dato, sebbene migliori rispetto al 2017, quando la percentuale era del 37%, continua a rivelare una realtà che necessita di una tempestiva considerazione. La dipendenza economica comporta non solo una limitata capacità di controllo sul proprio futuro finanziario, ma anche un incremento del rischio di subire violenze di ricatto economico o di non poter esercitare mai una reale indipendenza nelle proprie scelte quotidiane.

Inoltre, la ricerca ha messo in evidenza che, sebbene il 58% delle donne possieda un conto corrente a proprio nome, una percentuale significativa, pari quasi al 13%, risulta cointestato con il partner o un familiare. Quasi il 5% delle donne, infine, non ha nemmeno un conto corrente, un aspetto che merita particolare attenzione a causa delle sue implicazioni per la parità di genere e l’inclusione finanziaria. Con i tempi attuali, uno scenario simile non è più permissibile.

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I passi verso l’indipendenza (canva.com) – www.statodonna.it

La digitalizzazione come traino di cambiamento

Come evidenziato da Milano Finanza, la pandemia ha accelerato il processo di digitalizzazione, aprendo nuove opportunità per l’inclusione finanziaria. Claudia Segre, presidente della Global Thinking Foundation, ha sottolineato come questo periodo storico abbia fornito ampie occasioni per una formazione e un’informazione più diffuse, consentendo a molte donne di avvicinarsi a tematiche quali la gestione del denaro, gli investimenti e la pianificazione finanziaria. Se opportunamente sfruttata, la digitalizzazione rappresenta perciò un’opportunità fondamentale per ridurre il divario economico di genere, promuovendo in questo modo una maggiore indipendenza finanziaria tra le donne.

Con l’intento di affrontare tali problematiche, la Global Thinking Foundation ha lanciato We4, la prima piattaforma europea dedicata all’inclusione finanziaria delle donne. Il progetto aspira a prevenire la violenza economica e a promuovere l’indipendenza finanziaria femminile. Grazie al supporto di Banco BPM, We4 si propone di fornire alle donne risorse, formazione e opportunità concrete per acquisire competenze necessarie a gestire il proprio denaro in modo autonomo e consapevole.