È vero, tante persone guadagneranno di meno | Il Governo ha ammesso tutto: a rimetterci sono i più poveri

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Portafoglio vuoto (Pexels foto)

Portafoglio vuoto (Pexels foto) - www.statodonna.it

Negli ultimi tempi, il tema del cuneo fiscale è tornato al centro delle discussioni, con un impatto che riguarda milioni di lavoratori.

Le decisioni prese su tasse e contributi finiscono sempre per influenzare direttamente gli stipendi e, di conseguenza, la vita di chi guadagna meno. Ogni modifica può sembrare un dettaglio tecnico, ma alla fine della giornata quello che conta è quanti soldi rimangono in busta paga. Ecco perché ogni cambiamento scatena polemiche e reazioni.

Il Governo ha più volte dichiarato di voler favorire i lavoratori, riducendo la pressione fiscale e cercando di garantire più soldi in tasca. In teoria, un obiettivo giusto. Ma nella pratica, le cose possono andare diversamente, soprattutto quando non si considerano bene tutti gli effetti collaterali delle riforme. E a farne le spese, quasi sempre, sono quelli che già faticano ad arrivare a fine mese.

Nel corso degli anni, sono state introdotte varie misure per ridurre il peso delle tasse sui dipendenti. Alcune hanno previsto tagli ai contributi, altre hanno puntato su bonus e agevolazioni fiscali. Insomma, soluzioni diverse con risultati altalenanti. Ma ogni volta che si cambia qualcosa, c’è il rischio che qualcuno ci rimetta. E questa volta, a quanto pare, il problema è più grosso del previsto.

Negli ultimi giorni, si è acceso un nuovo dibattito su una conseguenza imprevista di un recente provvedimento. I sindacati avevano lanciato l’allarme, ma il Governo inizialmente aveva minimizzato. Ora, però, è arrivata l’ammissione ufficiale: qualcosa è andato storto e i più penalizzati sono proprio i lavoratori con i redditi più bassi.

Il problema emerso nelle ultime ore

Cos’è successo esattamente? In pratica, con l’ultima modifica del cuneo fiscale, chi guadagna tra 8.500 e 9.000 euro l’anno rischia di perdere fino a 1.200 euro all’anno. Parliamo di circa 100 euro al mese in meno. Il motivo? Il passaggio da un taglio contributivo a uno fiscale ha abbassato l’imponibile, facendo perdere il diritto al trattamento integrativo Irpef, che fino allo scorso anno garantiva questo “extra” in busta paga.

La conferma è arrivata direttamente dalla sottosegretaria Lucia Albano, che in Commissione Finanze ha riconosciuto il problema. Un’ammissione che lascia pochi dubbi: il nuovo meccanismo, così com’è stato concepito, sfavorisce i lavoratori più poveri. E adesso? Ora il Governo promette di studiare una soluzione, cercando di limitare i danni.

Anziano conta gli spiccioli (Pixabay foto)
Anziano conta gli spiccioli (Pixabay foto) – www.statodonna.it

Le possibili soluzioni in arrivo

Secondo Albano, una delle ipotesi sul tavolo è quella di estendere il trattamento integrativo anche a chi si trova in questa fascia di reddito, così da compensare le perdite subite. Il problema, però, è sempre lo stesso: servono risorse, e ogni modifica deve essere valutata con attenzione per evitare di creare nuovi squilibri.

Intanto, le opposizioni non hanno perso tempo ad attaccare il Governo. Il Movimento 5 Stelle, in particolare, ha parlato di “presa per il cuneo”, accusando l’esecutivo di aver tolto soldi ai lavoratori senza prevedere una tutela adeguata. Anche i sindacati sono in allarme e chiedono un intervento immediato. Nel frattempo, chi è coinvolto in questa situazione si chiede quando e come verrà risolta. E, soprattutto, se il rimedio arriverà in tempo per non pesare troppo sulle prossime buste paga.