Naspi, pugno duro della Meloni: da oggi spetta solo a queste persone | Per rientrarci serve un miracolo
Naspi, arriva la stangata dal Governo. Ecco cosa ha detto Giorgia Meloni durante le ultime apparizioni pubbliche.
La NASpI spetta a tutti i lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato, determinato o a progetto. Il sussidio è per le persone che hanno perso il lavoro involontariamente e hanno i requisiti contributivi richiesti.
La durata dell’indennità cambia in base alla contribuzione versata e alla durata del rapporto di lavoro precedente. Per richiedere la NASpI, è necessario presentare domanda all’INPS entro un certo termine dalla data di cessazione del rapporto di lavoro.
Durante il periodo di percezione della NASpI, il lavoratore è tenuto a iscriversi ai servizi pubblici per l’impiego e a partecipare alle iniziative di politica attiva del lavoro. Ciò significa che il disoccupato deve essere disponibile a cercare attivamente un nuovo lavoro e a partecipare a corsi di formazione o altre attività utili al reinserimento lavorativo.
Cosa succede ora sulla NASpI? La decisione del Governo lascia senza parole i lavoratori che hanno perso l’occupazione per problemi di esuberi aziendali o per le vertenze: la notizia arriva all’improvviso. Cosa ha detto?
Le politiche sul lavoro
Il Governo Meloni ha posto il lavoro al centro della sua agenda, concentrandosi su misure volte a favorire l’occupazione e la stabilità economica. Tra le iniziative spiccano gli incentivi per l’assunzione di giovani, donne e categorie svantaggiate, come sgravi fiscali per le imprese che offrono contratti a tempo indeterminato.
La valorizzazione della formazione professionale e l’adeguamento delle competenze lavorative alle richieste del mercato arriva con rafforzamento di percorsi di istruzione tecnica e l’introduzione di politiche attive. Cosa succede, invece, per chi ha la Naspi o vuole richiederla? Scoprilo ora!
Cosa ha detto
La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto una modifica ai requisiti per accedere alla NASpI. L’indennità di disoccupazione era garantita a chiunque avesse perso il lavoro involontariamente e avesse maturato un minimo di contributi. Le nuove disposizioni inaspriscono le condizioni per coloro che hanno volontariamente interrotto un precedente rapporto di lavoro.
A partire dal 2025 chi si è dimesso o ha chiuso un contratto in base volontaria o in accordo con il capo e ha perso il nuovo impiego in modo involontario, dovrà dimostrare di aver versato almeno 13 settimane di contributi a partire dalla data delle ultime dimissioni. Questa stretta normativa ha l’obiettivo di scoraggiare le dimissioni volontarie e di incentivare i lavoratori a mantenere una maggiore stabilità occupazionale. La notizia arriva da Il Fatto Quotidiano.