‘Tassa di fine anno’: il Governo ci ha fregato ancora | 600€ da sborsare entro il 31 dicembre

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Illustrazione di una tassa (Depositphotos)

Illustrazione di una tassa (Depositphotos FOTO) - www.statodonna.it

Alla fine dell’anno al posto di festeggiare ci ritroveremo questa tassa. Sono praticamente 600 euro da versare subito!

Il periodo di fine anno rappresenta un momento di forte pressione fiscale per cittadini e imprese, in quanto molte scadenze tributarie si concentrano proprio negli ultimi mesi.

Tra le tasse più comuni, troviamo il saldo dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), l’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) per le aziende, e l’Imposta Municipale Unica (IMU) per i proprietari di immobili. 

Per le imprese, dicembre è un mese cruciale per chiudere i bilanci e regolarizzare i tributi dovuti. Oltre all’IVA, le aziende sono chiamate a versare l’Imposta sul Reddito delle Società (IRES) e, per alcune categorie, l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP). 

La concentrazione delle scadenze fiscali a fine anno può rappresentare una sfida difficile e significativa per molti contribuenti.

L’impatto dell’inflazione su alcuni costi

Con l’avvicinarsi del Natale, le famiglie italiane si trovano a fare i conti con una spesa alimentare significativamente più alta. Secondo un’analisi del Codacons, basata sui dati dell’Istat, l’inflazione del 2024, con un tasso del +1,3%, ha contribuito a un aumento medio della spesa di 582 euro per famiglia. Questo incremento colpisce in particolare i nuclei familiari con figli, dove la spesa per alimenti e regali tende ad essere maggiore. Le feste, da sempre un momento di maggiore consumo, rischiano di trasformarsi in una fonte di preoccupazione per molti italiani, aggravando il bilancio familiare.

L’aumento dei prezzi è alimentato sia dall’inflazione sia dall’incremento della domanda stagionale. Durante le festività, il consumo di alimenti tradizionali, come dolci, carne e pesce, cresce esponenzialmente. I rivenditori rispondono a questa maggiore domanda con un rialzo dei prezzi, accentuando ulteriormente il carico economico delle famiglie. L’effetto combinato di questi fattori porta a un incremento generalizzato dei costi che non si limita ai beni alimentari, ma si estende a tutti i prodotti legati alle celebrazioni natalizie.

Una persona sconvolta per la tassa (Depositphotos)
Una persona sconvolta per la tassa (Depositphotos FOTO) – www.statodonna.it

Criticità e mancanza di interventi

L’analisi del Codacons sottolinea come l’inflazione abbia un impatto particolarmente rilevante sui beni di prima necessità. Gli alimenti e le bevande analcoliche hanno registrato un aumento annuo del +2,8%, più del doppio rispetto al tasso medio di inflazione. Per una famiglia con due figli, ciò si traduce in una spesa aggiuntiva di 256 euro solo per cibi e bevande. Considerando i costi complessivi, una famiglia media affronta un aggravio di 427 euro all’anno, che può salire a 582 euro nei nuclei familiari più numerosi.

Nonostante questi dati allarmanti, l’assenza di interventi concreti da parte del governo desta preoccupazione. Carlo Rienzi, presidente del Codacons, ha denunciato la mancanza di misure efficaci per arginare l’aumento dei prezzi e combattere le speculazioni sui beni di consumo. Senza politiche adeguate per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, l’inflazione rischia di trasformarsi in un peso insostenibile, colpendo in particolare i ceti più vulnerabili. Il Natale, simbolo di unione e condivisione, rischia così di diventare un periodo di difficoltà economiche per molti italiani.