Assegno di inclusione, il taglio colpisce tutti | Il 2025 parte con una mazzata: famiglie in ginocchio

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Soldi in tasca

Soldi in tasca (Pixabay foto) - www.statodonna.it

Novità in arrivo nel 2025 sull’assegno di inclusione: alcune di queste saranno una mazzata per i cittadini.

L’Assegno di inclusione (Adi) rappresenta uno strumento fondamentale nel panorama delle misure di sostegno sociale in Italia. Introdotto per sostituire il Reddito di cittadinanza, è pensato per garantire un supporto economico alle famiglie in condizioni di fragilità. L’Adi non si limita alla semplice erogazione di denaro, ma punta a favorire l’inclusione lavorativa e sociale dei beneficiari, promuovendo percorsi di formazione e reinserimento.

A differenza del precedente Reddito di cittadinanza, l’Assegno di inclusione presenta una struttura differente, sia per quanto riguarda i requisiti, sia per le modalità di erogazione. La misura si rivolge a nuclei familiari con componenti minorenni, over 60 o disabili, offrendo un aiuto mirato in base alle esigenze economiche. In parallelo, il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) rappresenta un’alternativa per chi non rientra nei parametri dell’Adi, con un contributo di 350 euro al mese per attività di riqualificazione professionale.

Un altro elemento distintivo dell’Adi è la maggiore attenzione all’aspetto formativo e lavorativo. I beneficiari sono tenuti a partecipare a iniziative che favoriscano l’inserimento nel mercato del lavoro, se idonei.

Nonostante le differenze rispetto al vecchio sistema, l’Assegno di inclusione si configura come una misura di continuità nel sostegno alle famiglie italiane in difficoltà. Il passaggio dal Reddito di cittadinanza all’Adi ha visto una riduzione del numero di beneficiari, ma un incremento dell’importo medio percepito, che passa da 552 a 618 euro mensili.

Le regole per il rinnovo dell’assegno di inclusione

L’Adi prevede una durata iniziale di 18 mesi, rinnovabile per ulteriori periodi di 12 mesi, ma con un mese di pausa obbligatoria tra ogni erogazione. Questo cambiamento rispetto al Reddito di cittadinanza, che consentiva rinnovi senza interruzioni, implica una nuova gestione delle richieste da parte dei beneficiari. La necessità di presentare una nuova istanza al termine di ogni ciclo porta inevitabilmente a una pausa nell’erogazione.

Ad esempio, chi riceve l’ultima rata a marzo 2025 dovrà attendere aprile per presentare una nuova domanda, tornando a percepire l’assegno a maggio. Questo meccanismo, stabilito dal decreto 48/2023, mira a rendere il sistema più dinamico, ma rappresenta anche una sfida per le famiglie che dipendono dal sostegno continuativo.

Calcolatrice con soldi
Calcolatrice con soldi (Pixabay foto) – www.statodonna.it

Le novità previste per il 2025

Dal 2025, una modifica importante influenzerà le modalità di erogazione dell’Assegno di inclusione: i beneficiari percepiranno un massimo di 11 mensilità anziché 12. Questa novità era già stata stabilita nel decreto istitutivo e confermata nella Manovra 2025. Tra la prima e la seconda erogazione, infatti, sarà sempre previsto un mese di sospensione.

Nonostante questo periodo di stallo, gli importi, le regole e le tempistiche dell’Adi non subiranno ulteriori modifiche. Per molti, il mese di pausa potrebbe rappresentare una sfida gestionale, ma il governo ribadisce che la misura resta centrata sull’obiettivo di offrire un sostegno concreto e strutturato, contribuendo al tempo stesso all’autonomia dei beneficiari.