RUBRICA. La gestione del gruppo “classe”: spunti e riflessioni a scuola come nella vita

Statoquotidiano.it, 22 settembre 2024. Gestire una classe non è semplice, forse non lo è mai stato.

Significa promuovere un clima di classe positivo, incoraggiare la partecipazione dei propri alunni alle attività di classe, favorire l’autonomia e la responsabilità.

 

Questo richiede tanto impegno, organizzazione e preparazione da parte del docente. Come anche richiede flessibilità, capacità decisionale pronta, adattabilità alla molteplicità di situazioni che si possono incontrare nel corso di ‘quell’ora di lezione o piu’.

Fredric H. Jones (1987) nel suo saggio “Positive classroom disciplineasserisce che gli insegnanti si trovano a prendere ogni giorno circa 500 decisioni in merito alla conduzione e gestione della classe.

Questo renderebbe il loro lavoro ‘secondo’, come complessità e difficoltà, solo a quello dei controllori di volo del traffico aereo.

Certamente, se si ripensasse alle modalità di gestione della classe delle nostre maestre, fino ai primi anni ‘80, ci si ricorderebbe sicuramente l’aspetto lineare della conduzione della classe: se, ad esempio, veniva assegnata una nota disciplinare, la conseguenza sarebbe stata che il genitore si sarebbe schierato con il docente, rinforzando l’azione dell’insegnante a casa.

Se oggi viene assegnata una nota, la conseguenza non è lineare ma è imprevedibile, impensabile, a volte inimmaginabile.
Da questo esempio si può desumere come attualmente per un insegnante non è più possibile gestire le situazioni in modo lineare, ma le deve inserire in un’ottica di complessità.

Diventa così fondamentale conoscere e avere consapevolezza di pratiche educative che possano essere utili nella gestione della classe, che possano creare un clima scolastico positivo e permettere di governarne la complessità.

Cosa significa dunque gestire una classe? Iniziamo intanto da cosa non è.

Non è mantenere la disciplina, correggere delle condotte inopportune, richiamare chi si muove senza permesso o minacciare gli alunni che mettono in atto comportamenti inadeguati.
Gestire una classe significa promuovere un clima di classe positivo, incoraggiare la partecipazione dei propri alunni alle attività di classe, favorire l’autonomia e la responsabilità.
Gli insegnanti già sanno che questo è possibile solo se si acquisiscono competenze comunicative, relazionali e organizzative di livello.
Un insegnante che utilizza una modalità efficace di gestione della classe sa padroneggiare le regole e le tecniche della comunicazione educativa; è in grado di decifrare i messaggi verbali, non verbali e para-verbali che caratterizzano il messaggio comunicativo dello studente; sa mettere in atto un’interazione comunicativa in cui ci sia congruenza tra l’aspetto verbale, para-verbale e non verbale di un messaggio.

Da un punto di vista della comunicazione didattica, un insegnante interessato a porre in essere buone pratiche di gestione della classe esprime i messaggi in modo chiaro e preciso: spiega sempre cosa uno studente dovrà fare, quali comportamenti verbali saranno consentiti e quali saranno le modalità per partecipare alle attività proposte.

Un’altra dimensione molto importante nella gestione della classe è la capacità di relazione.

Diverse ricerche confermano che gli insegnanti che riescono ad avere buone relazioni con gli alunni hanno nell’anno scolastico il 31% in meno di conflitti in classe e problemi disciplinari.

Per promuovere una relazione positiva è importante ricercare delle situazioni di interazione con lo studente durante i momenti ricreativi, manifestare interesse verso la vita degli alunni per personalizzare il rapporto e mostrare fiducia, rispetto e attenzione.

L’insegnante, inoltre,  dovrebbe porsi come un modello sociale positivo, mettendo in atto dei comportamenti pro-sociali come l’ascolto, l’empatia, l’aiuto.

Luigi D’Alonzo, docente ordinario di Pedagogia Speciale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sottolinea che “gli alunni hanno bisogno di essere allettati dalle attività didattiche. È necessario che il docente sia “affascinante” (da “recitare” in modo solenne); deve esercitare un’influenza sugli alunni per condurli verso mete educative più elevate solo tramite le proprie doti umane e professionali. La proposta formativa va presentata con “trasporto” (da “portare” al di là): l’allievo va portato “oltre” con impeto, entusiasmo, passione, cioè comunicando il desiderio del proprio lavoro e la capacità di credere in ciò che si fa.” (L. D’Alonzo, Come gestire la classe nella pratica didattica. Guida Base, Giunti, 2012).

(fine seconda parte)

Daniela Iannuzzi

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