Il fatto: chiusa l’indagine Cecchettin (16/5) e condannata la madre Pifferi della bimba Diana (13/5). 3 domande per scoprire quanto è importante l’analisi psichiatrica forense per valutare se una persona è in grado di capire e controllare le proprie azioni?
Risponde l’esperto psichiatra Enrico ZANALDA, Presidente della Società Italiana di Psichiatria Forense*
1. Cosa significa che una persona non è capace di intendere e di volere?
“Quando si dice che una persona non è capace di intendere e di volere, si intende che non è in grado di comprendere la natura e le conseguenze delle proprie azioni. Questo può accadere a causa di gravi disturbi mentali che impediscono di distinguere tra il bene e il male o di controllare i propri comportamenti in modo adeguato. Se durante un crimine la persona non è in grado di capire l’illegalità delle sue azioni, la legge può riconoscere una diminuzione della responsabilità penale”.
2. Cosa succede a chi viene giudicato parzialmente o totalmente incapace di intendere e di volere? E quanti sono in Italia?
“In questo caso, la persona coinvolta può ricevere una riduzione della pena di un terzo (secondo l’articolo 89 del Codice Penale). Se invece viene giudicata totalmente incapace, può essere prosciolta (secondo l’articolo 88 del Codice Penale). Tuttavia, la persona può comunque essere considerata pericolosa per la società e quindi sottoposta a misure di sicurezza, come il ricovero nelle Residenze per le Misure di Sicurezza (REMS) o la libertà vigilata. In Italia sono circa 8000 le persone che hanno uno di questi provvedimenti, di cui 670 circa degenti all’interno dei REMS, mentre il 90% è vincolato a percorsi di cura territoriali (libertà vigilata) che per l’80 % vengono realizzati in strutture residenziali riabilitative psichiatriche (SRP)”.
3. Quali sono le criticità delle misure di sicurezza per i malati di mente autori di reato in Italia?
“Una delle principali criticità è la lista di attesa per l’accesso alle REMS, che sono strutture con una capacità limitata rispetto ai vecchi Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG), dismesse ormai da 10 anni. Sono strutture sanitarie regionali la cui capienza di posti letto a livello nazionale è volutamente meno della metà della capacità che avevano i vecchi OPG (1600 posti circa). Inoltre, c’è un uso eccessivo delle misure detentive da parte della magistratura e una gestione inadeguata dei pazienti con disturbi antisociali di personalità, che occupano posti senza trarre alcun beneficio dai programmi riabilitativi sanitari. Questo crea un collo di bottiglia che impedisce ad altri pazienti di ricevere le cure necessarie. Per migliorare la situazione, è essenziale una maggiore collaborazione tra il sistema sanitario e quello giudiziario auspicando una pianificazione più intensa di convegni tra magistrati, avvocati, psichiatri, psicologi e altri operatori sanitari e dell’amministrazione penitenziaria come quello previsto a Milano il 24 maggio 2024”.* La Società Italiana di Psichiatria Forense rappresenta la categoria che studia i risvolti medico-legali e le problematiche forensi che si affrontano in ambito penale e civile con soggetti affetti da patologie psichiche. Queste valutazioni servono a stabilire le condizioni mentali di un soggetto in riferimento a un particolare reato e a un preciso momento del corso giudiziario
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