Lorenzo il Magnifico: Chi vuol esser lieto sia, del doman non c’è certezza.

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Statodonna.it,03 febbraio 2024. L’esortazione a godere pienamente delle gioie della giovinezza (la bellezza, l’amore, i sensi) nella consapevolezza della loro fugacità: “Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza”.

Sono i versi di Lorenzo de’ Medici, che molti di voi conosceranno e si saprà che invitano fin dalle prime battute a godere dell’amore e delle altre gioie terrene quando ve ne è ancora la possibilità.

Il testo è uno dei Canti carnascialeschi di Lorenzo, Il trionfo di Bacco e Arianna, e fu composto per il carnevale del 1490, dunque negli ultimi anni della vita dell’autore: si tratta di una canzone a ballo che celebra il “trionfo” del dio Bacco e della sua sposa Arianna, che aprono un corteo festoso su un carro seguiti da altri personaggi della mitologia classica legati alla loro storia (la canzone aveva probabilmente un accompagnamento musicale e doveva essere eseguita mentre per le strade di Firenze sfilavano i carri allegorici, tra il popolo in festa). Secondo il mito, Bacco aveva raccolto Arianna sull’isola di Nasso, dopo che questa era stata abbandonata da Teseo, e ne aveva fatto la sua sposa, portandola con sé in cielo; tra gli altri personaggi compaiono il satiro Sileno, maestro di Bacco in gioventù, e Mida re della Frigia, che aveva ritrovato Sileno quando questo si era perso ubriaco nei boschi e lo aveva riportato al dio, ottenendo da lui il dono funesto di tramutare tutto in oro.

In sette strofe di otto versi ciascuna, il componimento celebra i piaceri terreni della vita come l’amore e il vino, invitando a godere di essi e a non sprecare la vita nell’attesa incerta del domani.

“Quest’è Bacco e Arïanna,
belli, e l’un dell’altro ardenti:
perché ’l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza”.

Un richiamo, anche, nei versi di Lorenzo il Magnifico a quel “Carpe diem” di oraziana memoria, con cui l’autore latino invitava ad apprezzare ciò che si ha, dato che il futuro non è prevedibile.

Anche nella musica e nei versi dei tempi correnti fanno capolino esortazioni di tal tipo.

Si va da un cult come La vita è adesso di Claudio Baglioni al singolo Senza fare sul serio di Malika Ayane, passando per veri e propri inni quali It’s My Life di Bon Jovi e Live Forever degli Oasis. Tra gli altri, Ora di Jovanotti, Vivi Davvero di Giorgia, L’occhio ridente di Ivan Cattaneo, Ready To Start degli Arcade Fire, Time To Pretend degli MGMT, Don’t Stop Me Nowdei Queen.

Godere del presente, quindi. Per viverlo al meglio. Perché è quello che possiamo afferrare con le mani, ma anche perché rappresenta il momento nel quale poter immaginare il futuro e provare così a realizzarlo, a costruirlo secondo i nostri desideri attraverso impegno, fiducia, costanza e un certo senso del sacrificio (che non guasta e, oggi più che mai, bisogna dirlo).

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