Sempre di più le donne costrette a lasciare il lavoro perché non riescono a conciliare maternità e vita lavorativa, secondo quanto emerge dalla relazione annuale sulle convalide delle dimissioni delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri presentate entro i primi tre anni dalla nascita dei figli, presentata martedì 5 dicembre nella sede dell’Ispettorato nazionale del lavoro.
Oltre 44 mila nel 2022 hanno lasciato il lavoro. Nel complesso le dimissioni convalidate sono state 61.391 con un aumento del 17,1% rispetto al 2021. Nella stragrande maggioranza dei casi sono state presentate da donne.
Il 32,2% delle motivazioni relative alle difficoltà di conciliazione tra lavoro e figli riguardano l’assenza di parenti di supporto, l’elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato come asilo nido o baby-sitter e il mancato accoglimento al nido.
Le motivazioni concernenti le difficoltà di conciliazione dovute all’organizzazione del lavoro o a scelte datoriali, invece, rappresentano il 17,6% del totale delle motivazioni indicate e riguardano condizioni di lavoro particolarmente gravose o difficilmente conciliabili con le esigenze di cura della prole, distanza dal luogo di lavoro, cambiamento della sede di lavoro, orario di lavoro. Il 37,5% del totale delle motivazioni è connesso altresì al passaggio ad altra azienda.
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