Perché è importante parlare del femminicidio? Chi sono le donne coinvolte? Dove avvengono questi tragici eventi? Quando si verificano? E cosa possiamo fare per porre fine a questa violenza?
Il femminicidio è una realtà spaventosa che colpisce donne di ogni età, estrazione sociale e nazionalità. È una forma estrema di violenza di genere in cui gli uomini esercitano il loro potere e controllo sulle donne, portandole alla morte. Questa forma di violenza non conosce confini e si diffonde in tutto il mondo.
Mi chiamo Elena Beltramo, e sono una sopravvissuta ad un tentato omicidio per possessivismo da parte del mio ex compagno. Ho vissuto un calvario di persecuzione, in cui ero costantemente controllata, minacciata e inseguita, così come la mia famiglia. In quel periodo, lo stalking non era stato ancora riconosciuto come un reato, e le forze dell’ordine minimizzavano l’accaduto. Mi sono trovata sola a difendere me stessa e i miei figli.
Spesso, questa situazione inizia in modo involontario. Gli uomini coinvolti riempiono le donne di attenzioni, distruggendo la loro capacità di vedere la realtà. Ci si sente come in un “paradiso”, ma in realtà si è intrappolati in un “inferno”. Quando l’ardore e la novità svaniscono, ci si ritrova intrappolati in una morsa, avvolti nella tela del ragno senza vie d’uscita, isolati e soli con il proprio carnefice.
Le donne giustificano, comprendono e accolgono i disagi dei loro partner, senza rendersi conto della trama egoistica che le intrappola. Sono sufficienti le scuse e le attenzioni che ricevono per “lasciar correre” e ridimensionare i momenti di aggressività subiti.
Credo fermamente che sia necessario lavorare sull’autostima e sulle ferite emotive che portiamo dentro di noi. Entrambi i protagonisti sono vittime del loro dolore accumulato nel tempo, causato dalle molteplici vicissitudini della vita che li hanno indeboliti e sviluppato reattività differenti, rendendoli entrambi vulnerabili alla suscettibilità e all’abbandono.
Personalmente, sono riuscita a ribaltare la situazione quando ho rafforzato il mio carattere e abbattuto le mie paure e insicurezze. Con coraggio, ho affrontato la situazione e mi sono tolta dal ruolo di vittima. Invito tutte le donne a intraprendere un percorso di crescita personale serio ed efficiente per liberarsi dai condizionamenti e dalla dipendenza affettiva, per riconoscere il “vero amore” e “scegliere anziché essere scelte”!
Inoltre è indispensabile che la società prenda atto di questa realtà e si mobiliti per porre fine alla violenza di genere. Dobbiamo educare le giovani generazioni sul rispetto reciproco e sull’uguaglianza di genere. Le famiglie, gli insegnanti, gli ambienti di lavoro, tutti devono essere formati per riconoscere e affrontare lo stalking e le situazioni di violenza domestica. Occorrono nuovi interventi pedagogici di sensibilizzazione per garantire più protezione a tutti!
Insieme, possiamo porre fine al femminicidio e creare un mondo in cui le donne non debbano più vivere con la paura di essere uccise per il solo fatto di essere donne.
Chiudo con un appello rivolto alle donne:
“L’autostima è il nostro scudo contro la violenza: amati, credi in te stessa e non permettere a nessuno di spegnere la tua luce. Ricorda, una donna forte è una donna libera”.
Dott.ssa Elena Beltramo
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