Stornara, Sara Ciafardoni: “Sognare si può. Reinventarsi anche”

0
Stornara, Sara Ciafardoni: “Sognare si può. Reinventarsi anche”

Stornara, Sara Ciafardoni: “Sognare si può. Reinventarsi anche”

StatoDonna, 16 novembre 2023. Stornara – Ha fatto emozionare e si è emozionata, ieri sera nei locali dell’Istituto Comprensivo Giovanni Paolo I, Sara Ciafardoni, la giovane scrittrice di Cerignola, emblema di speranza, coraggio e tenacia, oggi diciottenne, che, a dispetto della sua malattia che l’ha costretta all’immobilità dall’età di 8 anni, con il suo amore per la scrittura e la sua poliedrica creatività  ha catturato, già da qualche anno, l’attenzione di testate giornalistiche e canali televisivi nazionali, come la Repubblica, La Stampa, Il Corriere della Sera,  Vanity Fair, e Rai 1 dove è stata ospite di Lorena Bianchetti, già nell’aprile scorso, e dove  lunedì 20 novembre ritornerà a partire dalle ore 9.30.

In un dialogo avvincente con gli alunni della scuola secondaria di primo grado  di Stornara, coordinati dall’insegnante Brigida Andreano, la blogger e bookstagrammer, amante dell’arte in tutte le sue forme, che nel 2020 ha tenuto anche una lezione in teledidattica nel  quarto corso del master “La Scuola in ospedale: la realtà professionale e le strategie didattiche di cura” presso dell’Università degli Studi di Torino, diretto dal professor David Lembo, ha parlato di sé e del  suo ultimo libro,

“La ragazza che scrive”, con semplicità e, nello stesso tempo, con quella certa perizia linguistica fatta di parole pregne di un vissuto profondo che sanno arrivare dritte al cuore, raccontando il buio del dolore e la luce che si può comunque trovare quando si crede nei propri sogni e ci si lascia guidare dalle proprie passioni.

Organizzato con il patrocinio del Comune di Stornara, e moderato dall’insegnante Mara Clori, maestra di Sara ai tempi della scuola primaria, l’incontro ha visto la partecipazione della scuola di ballo “Max sporting club dance”, con la ballerina Martina Totaro,  della violista Francesca Circiello, del pianista maestro Giuseppe Fabrizio.

”La ragazza che scrive”,  edito dalla Mondadori, in una collana dedicata agli autori adolescenti, la ElectaYoung,  è un romanzo “in cui ognuno, adulto o bambino può trovare ciò che cerca” come ha tenuto ad evidenziare Mara Clori nella sua introduzione, e racconta la storia di Lucia, che i suoi genitori chiamano Luce, una ragazza che vive un’adolescenza complicata, con un peso nel cuore, la perdita della sorellina avvenuta 7 anni prima, una sofferenza di cui in famiglia non è facile parlare. Una ragazza che, proprio nei voli della sua fantasia e con lo sguardo rivolto al cielo, che è sempre blu sopra le nuvole, ritrova il suo mondo interiore, la sua via e la sua nuova immagine di sé, liberata finalmente dai pesi e dalle angosce della vita.

Letti dei passi tratti dalle vicende narrate nel libro, ad opera degli studenti presenti in sala, Sara Ciafardoni ha quindi risposto alle varie domande poste nel corso della presentazione.

Cosa puoi dire, Sara, ai ragazzi che vivono l’inadeguatezza e la paura di non essere abbastanza?
“Le paure non fanno parte solo dei ragazzi, ma anche degli adulti. La cosa importante da fare è accettarla e affrontarla. Ho scoperto a mie spese che bisogna piangere, se necessario. Così la paura si trasformerà.
Il buio corrisponde spesso con il colore nero, ma il nero racchiude tutti i colori. Trovare dunque la chiave per entrare nella paura accettandola per cercare in essa gli altri colori è la chiave per riuscire ad andare avanti”.

Come si fa a creare il proprio cielo e a risalire, ad elevarsi dai problemi, dal mondo?
”Ho creato molte volte delle nuvole di speranza perché molte volte mi sono dovuta ricreare. Nella mia vita, purtroppo o per fortuna, varie volte mi sono ritrovata a sbattere la testa contro dei muri. Perché una volta mi sono operata e mi hanno detto che non potevo più suonare; un’altra volta mi hanno detto che non potevo più disegnare. Ho vissuto tanti stop ed io ci rimanevo male. Mi dovevo ricreare e non è stata una cosa semplice. Ma c’è stato un fuoco dentro di me che mi ha fatto dire basta: o piangi tutta la vita oppure ti rialzi e ti ricrei in un nuovo percorso di vita. Un percorso di vita in cui non è sempre tutto rose e fiori, come poi ho dovuto imparare. Un percorso dove comunque ho trovato le mie nuvole, non solo soffici, ma montagne-nuvole, che permettono di sognare, ma diventano anche difficili come montagne da scalare. La vita è fatta dunque di momenti belli e brutti, questo è il connubio perfetto. E questa è la vita che ho scoperto. Mi è stato chiesto se, potendo tornare indietro, io sceglierei di liberarmi della mia malattia. Io ho risposto che sto bene così. Perché proprio grazie alla malattia sono diventata la persona che sono adesso”.

Come si fa a sognare, come si fa ad andare oltre i pregiudizi, oltre chi vorrebbe fermarci?
”Sognare si può. Tante volte si pensa che  i propri sogni siano irraggiungibili. Ecco il mio primo sogno era avere una finestra nella mia cameretta, e poi, trasmettere una luce, una goccia nel vaso della vita delle persone. E alla fine sono riuscita a pubblicare dei libri con una grande casa editrice. E la cosa più bella è che tutto questo non è stato fatto per ragioni economiche, bensì per amore, amore verso gli altri e amore verso la cultura.
E se è vero che la bellezza salverà il mondo, allora la cultura lo salverà e specialmente  i vostri occhi”.

A seguire, il toccante momento artistico della ballerina Martina Totaro, il cui padre è emerso a fatica da un grave problema di salute, che si è esibita in un ballo dedicato proprio al suo genitore presente all’evento.

Dopo un’attività svolta insieme da Sara e gli studenti presenti in sala, la  serata si è chiusa con l’esibizione della violinista, Francesca Circiello, i brani del musicista e pianista, Giuseppe Fabrizio e con il firmacopie della giovane.