“Su Giusy Potenza una violenza assurda su una bambina. Non dimentichiamola mai”

0
COMBO SB: in primo piano Giusy Potenza, in una foto d'archivio, a destra in basso Giovanni Potenza, cugino di II grado della vittima, condannato a 30 anni di reclusione per l'omicidio della ragazza; in alto a destra il carcere di Lucera, dove è attualmente detenuto; a sinistra l'avvocato Innocenza Starace del Foro di Foggia, legale dei familiari di Giusy, costituitisi parte civile nel procedimento (sq)

COMBO SB: in primo piano Giusy Potenza, in una foto d'archivio, a destra in basso Giovanni Potenza, cugino di II grado della vittima, condannato a 30 anni di reclusione per l'omicidio della ragazza; in alto a destra il carcere di Lucera, dove è attualmente detenuto; a sinistra l'avvocato Innocenza Starace del Foro di Foggia, legale dei familiari di Giusy, costituitisi parte civile nel procedimento (sq)

Manfredonia – “Giusy è morta massacrata da un uomo più grande di lei, un uomo di cui si era fidata. Ancora oggi, nonostante le indagini di allora, non sappiamo bene cosa sia successo. Sappiamo solo che Giusy sarebbe laureata e forse avrebbe fatto pratica con me come avvocato“.

Lo dice a StatoQuotidiano.it l’Avvocato Innocenza Starace del Foro di Foggia, ricordando Giusy Potenza, la 14enne di Manfredonia uccisa il 12 novembre di 19 anni fa (2004).

“La sorella mi aveva confidato che a Giusy sarebbe piaciuto diventare avvocato e io ne sarei stata felice. Questa vivace e allegra creatura deve vivere sempre nel ricordo di questa città. Deve vivere nei cuori delle tante ragazze che invece non hanno avuto la sfortuna di un incontro dannato. La violenza sulle donne continua ancora.

Nel caso di Giusy è stata violenza su una bambina. Parlerò per quanto potrò sempre di Giusy, affinché non muoia veramente mai”.

Si ricorda come per i fatti è ancora attualmente detenuto nel carcere di Lucera, Giovanni Potenza.

Difesi dall’avvocato Innocenza Starace, due familiari di Giusy sono parti civili nel procedimento del 2004 contro l’uomo, classe 1977, cugino di secondo grado della vittima, con procedimento a carico dello stesso definito il 26 luglio 2006, con sentenza emessa dal GUP del Tribunale di Foggia Dott.ssa Lucia Navazio con la condanna di Giovanni Potenza alla pena di anni 30 di reclusione oltre alle spese per il risarcimento delle parti civili.

In seguito, la Corte di Assise di Appello di Bari, Dott. Aldo Napoleone Presidente, con sentenza del 06.11.2007 aveva confermato la sentenza di primo grado unitamente alle statuizioni civili, condannando Giovanni Potenza al pagamento delle ulteriori spese legali. La Corte di Cassazione I Sezione Penale aveva in seguito confermato la sentenza e le statuizioni civili, condannando il Potenza all’ulteriore pagamento delle spese legali

Come pubblicato mesi fa, “il nonno di Giuseppe, tramite il suo avvocato, ha dichiarato di essere disposto a perdonare l’assassino di sua nipote solo se quest’ultimo rivelasse l’identità dei complici”.

 

L’avvocato dei familiari di Giusy resta “convinta anche del coinvolgimento di altre persone nell’omicidio”, sottolineando che “molti elementi emersi durante il processo portarono già all’epoca dei fatti a ipotizzare la presenza di complici, non solo dal punto di vista giudiziario, nonostante la pesante condanna”.

Come riporta La Repubblica di Bari, secondo l’avvocato Starace, si trattò di “un omicidio perpetrato a seguito di un atto di violenza sessuale contro la quattordicenne”.

Da raccolta dati di StatoQuotidiano.it, i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Bari hanno negato la possibilità di accesso di Giovanni Potenza a misure alternative alla detenzione cautelare in carcere.

di Giuseppe de Filippo – g.defilippo@statoquotidiano.it