Sfruttamento sessuale nel Foggiano. I dati, il dramma delle donne

C’è chi guadagna 80 euro al giorno, chi viene accompagnata dal marito. C’è chi porta sul volto i segni delle percosse e chi è in strada mattina e pomeriggio, chi ha uno o più figli nel suo Paese d’origine e chi si rifiuta di avere rapporti non protetti.

Piccole storie di ordinaria e quotidiana violenza sulle donne che fotografano il drammatico fenomeno dello sfruttamento sessuale e lavorativo nel nostro territorio, che vede impegnati dal 2016 gli operatori della cooperativa sociale Medtraining nel progetto “La Puglia non tratta – Insieme per le vittime”, il cui intervento si svolge nell’area territoriale della Capitanata, che comprende Monti Dauni, Tavoliere delle Puglie e promontorio del Gargano.

Sono questi alcuni dei dati di maggiore interesse contenuti negli ultimi nove mesi di attività portate avanti nell’ambito dell’iniziativa che punta ad aiutare le vittime di tratta e di sfruttamento lavorativo. Donne e uomini che ogni giorno vengono sfruttati nell’ambito della prostituzione, dello sfruttamento lavorativo o domestico, delle economie illegali, dell’accattonaggio forzato o del traffico di organi.

Le donne dell’Est Europa
Dall’1 ottobre 2022 al 30 giugno 2023, dunque, attraverso il lavoro dell’unità mobile di strada gli operatori hanno effettuato oltre 458 contatti, percorrendo in modo particolare i tratti della SS 16 dell’Alto Tavoliere e del Basso Tavoliere, della SS 89 che porta a Manfredonia, della SS 673 Circonvallazione di Foggia.

Non solo.

Perché le operatrici hanno effettuato attività di prossimità, come interventi di mediazione socio-linguistico-culturale, accompagnamenti sanitari di base e specialistici, orientamento giuridico o disbrigo di pratiche amministrative. Così come sono state svolte uscite ed incontri nell’insediamento informale della pista aeroportuale di Borgo Mezzanone in collaborazione con l’organizzazione non governativa Intersos e l’ASGI Puglia e nell’insediamento informale di Torre Antonacci in agro di San Severo.

Le beneficiarie incontrate durante il lavoro dell’unità di strada sono soprattutto donne, provenienti per la maggior parte da Paesi quali Bulgaria (39,5%) e Romania (33%) che rappresentano la percentuale più alta delle beneficiarie contattate.

L’attività al chiuso
I numeri, però, non devono trarre in inganno. Perché la diminuzione di donne lungo la rete stradale della provincia di Foggia lancia un altro allarme, che da tempo le operatrici del progetto “La Puglia non tratta” monitorano con attenzione: l’attività indoor:

«La prostituzione in appartamento e online è in crescita, una tendenza in corso da anni, che la pandemia ha accelerato, aggravando la condizione di tante persone vittime di tratta e costrette a prostituirsi. La condizione di isolamento le mette ancor più in balia dei clienti, oltre che degli sfruttatori; l’emergenza Covid ha drasticamente ridotto l’attività in strada, ha reso tutto più invisibile. Il progetto ha avviato una iniziativa di studio della problematica sul territorio» spiegano da Medtraining.

Tra accoglienza e protezione

Tra i dati rilevanti in questo periodo preso in esame, il rafforzamento dell’attività di sportello per donne e uomini potenziali vittime di tratta, con la presenza di un presidio a Casa dei Diritti di Siponto ed uno a Foggia nella sede di Medtraining. Sul fronte lavoro, due donne nigeriane sono state avviate rispettivamente in un percorso di tirocinio lavorativo nella ristorazione e in un corso di formazione professionalizzante. Ancora: 5 beneficiarie che vivono e risiedono in accoglienza protetta, mentre in 24 sono inserite in un programma di assistenza e protezione sociale e risiedono in accoglienza territoriale non protetta ma in autonomia.

Il progetto regionale
Il progetto “La Puglia non tratta – Insieme per le vittime”, giunto ormai alla quinta annualità, è nato a livello regionale con l’obiettivo di assicurare alle persone vittime di tratta adeguate condizioni di alloggio, vitto, assistenza, protezione ed integrazione socio – lavorativa. L’iniziativa – finanziata dal Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri – è promossa dalla Regione Puglia – Sezione Sicurezza del Cittadino, Politiche per le Migrazioni ed Antimafia Sociale – in collaborazione con sette enti anti-tratta del territorio regionale: le cooperative sociali Medtraining (Foggia), Comunità Oasi2 San Francesco onlus (Trani), Atuttotenda (Maglie-Lecce), CAPS (Bari); le associazioni Giraffa! (Bari), Micaela (Adelfia-Bari), Comunità Papa Giovanni XXIII (Brindisi).

Redazione

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