Serata d’eccezione presso il Dipartimento di Studi Umanistici della facoltà di Lettere e Filosofia a Foggia, nell’ambito della XIX Festa dei lettori, organizzata dai Presidi del Libro e da Ubik librerie.
Per me, entrare in questo luogo è stato emozionante. Ho incontrato amici come Annachiara Biancardino e Antonio Daniele. In quello che, una volta, era il vecchio ospedale dove sono nata, nel cuore antico di Foggia, ora vi è la “mia facoltà”. Inoltre, vedere sulla porta dell’aula, il nome di un mio maestro, grande latinista e uomo di cultura impareggiabile, come è stato Giovanni Cipriani, è stato un tuffo nei ricordi. Bari e Foggia, intrecciate. Io lì, a respirare l’odore dei libri, dei dipartimenti. Come se fossi ancora al secondo piano di Palazzo Ateneo. Dalle cui finestre, vedevo il cielo. Tutto un mondo mi è balzato davanti.
Ha introdotto con estrema sobrietà e raffinatezza intellettuale, il prof. Sebastiano Valerio, direttore del dipartimento di studi Umanistici – anche lui ricordo in quel dipartimento di Italianistica a Bari- seguito dalla lectio di Mario Desiati. Lo scrittore è stato davvero brillante, addirittura poetico ma non scevro da rigore e precisione intellettuale.
Iniziando con la lettura del meraviglioso incipit de “Il Pensiero Meridiano”, capolavoro di quel genio che è stato Franco Cassano, ci ha portato immediatamente al cuore della lectio. Ribaltare la visione del mondo, nel senso che tutto ciò che ha, da sempre, contraddistinto il Sud, in senso negativo, ne è, in realtà, motivo di forza.
Partendo da questo assunto, e dall’idea che i libri sono “spiriti” che ci abitano e le cui voci dobbiamo ascoltare, per chiunque voglia provare a fare scrittura e letteratura, Desiati, molto abilmente si collega a poeti come la salentina Claudia Ruggeri, autrice di “Inferno minore”, al genio poetico indiscusso di Vittorio Bodini, il cui riconoscimento è ancora troppo blando, e all’opera di autentica avanguardia della foggiana Maria Marcone.
Quest’ultima, autrice negli anni 70, militante, per il riscatto femminile e sociale di questa nostra terra, diventa archetipo di “sovversione” letteraria e tematica, non solo con il tema del respiro della foresta presente nei suoi testi, ma anche e soprattutto con “Analisi di famiglia”, romanzo edito da Feltrinelli nel ’77. Il testo di Marcone che affronta il tema della famiglia meridionale, con i suoi riti e patriarcato strisciante, diventa gabbia dove tutti devono andare in analisi, per uscirne indenni e trovare il senso di un modo di vivere, ormai, del tutto insoddisfacente e insoddisfatto.
Da qui a Maria Teresa di Lascia e al suo” Passaggio in ombra “, il passo è veramente breve. Desiati, molto abilmente, e con estrema disinvoltura, passa dall’anticonformismo del greco Archiloco, presente nell’esergo del testo della Di Lascia, fino ad analizzarne i contenuti. “Pesanti, come sassi”, dice Desiati, perché tutto è contestazione, capovolgimento che si dipana in modo inaspettato e coinvolgente.
É il senso dell’inadeguatezza sociale della protagonista che permea tutto. Fino ad assorbirla, quasi completamente, ma portarla a una quieta e persistente ribellione.
Alla stregua di confini da attraversare, alla ricerca di un multicentrismo che, in realtà, diventa anelito di unicità. Ut unum sint. Nella pienezza dell’essere, attraverso l’alterita’. É il trionfo del multiculturalismo del mondo mediterraneo, della Puglia, in particolare, ponte incredibile tra Oriente e Occidente. Formidabile laboratorio culturale. Soprattutto negli ultimi anni.
Naturalmente, Desiati dimostra di esserne esponente di assoluto rilievo per originalità e profonda capacità introspettiva. Ieri sera è stato tramite, voce, di storie umane, di letteratura, per chi voce ha avuto e per chi, invece, non ha potuto esprimersi in pienezza, donne di Puglia e di Capitanata, in particolare.
Dirti grazie, è poco, Mario Desiati. Hai dato respiro, pneus, volto all’Accademia che ci piace. Quella che cerca il tempo lento, i nomi da dare, i silenzi in cui creare. Quello dei nomi e delle identità perdute, ma solo in apparenza. Perché, in realtà, basta solo fermarsi e leggere un libro, ascoltare gli alberi seduti a una panchina, e lo spirito dei libri.
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