“Lo sapete, vero, che il cognome delle donne è una cosa che non esiste. Portiamo sempre quello di un altro maschio”. “Comincia tu a tenerti il tuo, e poi si vede”. Già, poi si vede. E si vedrà eccome lungo tutto il Novecento, dalla Seconda Guerra Mondiale sino ai nostri giorni:
la storia dei Quaranta, la storia di tre generazioni di donne, la storia di una straordinaria eredità familiare.
Con uno degli esordi più sorprendenti dell’anno, tornano gli appuntamenti letterari nel presidio culturale di Piazza Giordano, inaugurando un mese di ottobre di elevatissime proposte per la città. A conversare con la scrittrice siciliana sarà la giornalista Francesca Romana Cicolella.
Il cognome delle donne (Feltrinelli, 2023). All’origine c’è Rosa. Nata nella Sicilia di inizio Novecento, cresciuta in un paesino arroccato sulle montagne, rivela sin da bambina di essere fatta della materia del suo nome, ossia di fiori che rispuntano sempre, di frutti buoni contro i malanni, di legno resistente e spinoso. Al padre e ai fratelli, che possono tutto, non si piega mai sino in fondo. Finché nel 1925 incontra Sebastiano Quaranta, che “non aveva padre, madre o sorelle, perciò Rosa aveva trovato l’unico uomo al mondo che non sapeva come suonarle”.
Semplice e mite, Selma si fa incantare da Santi Maraviglia, detto Santidivetro per la pelle diafana, sposandolo contro il parere materno. È quando lui diventa legalmente il capofamiglia che cominciano i guai, e un’eredità che era stata coltivata con cura viene sottratta. A farne le spese saranno le figlie di Selma e Santi: Patrizia, delle tre sorelle la più battagliera, Lavinia, attraente come Virna Lisi, e Marinella, la preferita dal padre, che si fa ragazza negli anni ottanta e sogna di studiare all’estero.
Su tutte loro veglia lo spirito di Sebastiano Quaranta, che torna a visitarle nei momenti più duri. Con la freschezza dei 35 anni, Aurora Tamigio scrive al suo esordio un romanzo familiare dal respiro ampio e dal passo veloce, che trascina il lettore come un fiume: epica popolare, saggezza antica e leggerezza immaginifica, riso e pianto, e poi personaggi impossibili da dimenticare.
Aurora Tamigio (foto di Giulia Ferrando in copertina) Nata a Palermo nel 1988, cresciuta a Milano. Successivamente alla laurea in storia dell’arte contemporanea, ha studiato sceneggiatura cinematografica. Dopo aver lavorato come autrice freelance per il cinema, oggi è copywriter per aziende del mondo della tecnologia e del design. È caporedattrice del magazine Silenzioinsala.com e scrive cortometraggi (L’incontro, Homefish, Signorina Forsepotevo).
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