Ad Ascoli Satriano Nicola Crocetti Editore, “Ti dono una Poesia”
Tra gli eventi culturali ed artistici previsti in questo agosto ad Ascoli Satriano, presso la bella Villa Ricciardi – restituita ad una funzione pubblica dopo decenni di abbandono e un paziente lavoro di restauro -, si è tenuto un incontro con Nicola Crocetti, Editore che due anni fa ha ceduto la sua casa editrice alla Feltrinelli e che desidera regalare al Comune di Ascoli Satriano una importante “Collezione Crocetti” fatta di libri e riviste storiche di poesia.
Una sala dell’edificio sarà destinata a questa donazione e a questa forma letteraria, al momento un unicum in Italia.
Moderatore dell’incontro con Nicola Crocetti è stato il dott. Enzo Lamartora. Dal dialogo fra i due abbiamo appreso tante cose di questo pioniere della cultura in Italia e nel mondo.
Di famiglia che per ragioni di lavoro si era stabilita in Grecia, Crocetti ha scelto altre strade e soprattutto, dopo aver girato il mondo e aver conosciuto realtà culturali di altri continenti (ha una figlia che lavora stabilmente negli USA), si è dedicato all’attività di editore di testi di Poesia, legati al suo mensile che ha questo stesso titolo, e che è stato regolarmente venduto nelle edicole di tutta Italia, in controtendenza rispetto ad ogni logica di mercato secondo la quale la poesia non vende. La si scrive, la poesia, ma non vende. Non come i romanzi, almeno.
Nicola Crocetti invece ci ha creduto e il suo lavoro editoriale ha avuto del miracoloso: rispetto a casi analoghi negli Stati Uniti, il suo mensile nelle nostre edicole faceva il triplo delle vendite. Il triplo. In Italia, così piccola rispetto al gigante geografico USA.
Potenza di una fiducia profonda nel valore della parola poetica, che lo ha portato ad essere un protagonista di stagioni culturali importantissime in Italia, come gli otto anni in cui ha diretto e seguito il festival della poesia di Parma.
Bellissima, per come l’ha rievocata, anche l’esperienza di creare una Antologia con Jovanotti, che ha definito “massimo conoscitore di Poeti”, cosa che probabilmente nemmeno i suoi fan conoscono, e con il quale l’intesa su testi ed autori è stata praticamente perfetta.
Cosa occorre per questo nostro editore perché la poesia si diffonda e abbandoni il suo status di genere nobile ma negletto? Il modo, la passione con cui viene presentata ai suoi fruitori. Ai suoi possibili fruitori. Questa la sua risposta.
E ha perfettamente ragione se pensiamo, ad esempio, ad una tv di parecchi decenni or sono, quando esisteva un unico canale e una intera serata, il famoso venerdì sera, riusciva a catalizzare l’attenzione e l’interesse di intere comunità, non distinte neppure per età, le quali si radunavano di fronte a questo nuovo mezzo magico di comunicazione per assaggiare testi complessi ma presentati in una forma godibilissima;
i grandi sceneggiati, come si chiamavano allora, tratti da testi capisaldi della letteratura italiana (I Promessi Sposi) ed europea (‘David Copperfield’, ‘La Cittadella’, ‘E le stelle stanno a guardare’… per citarne solo alcuni), con incursioni in testi teatrali che hanno fatto la storia del Novecento: ‘Casa di bambola’, ‘La visita della vecchia signora’ … Testi indimenticabili persino per chi come me era appena una bambina.
L’arte ha bisogno di affabulatori che la facciano amare, e che tocchino quelle corde universali del sentimento e delle emozioni che affrontano i problemi universali di sempre: la gioia, il dolore, la speranza, la delusione, la rinascita.
Problemi sempre esistenti in noi dalla notte dei tempi e che hanno ragione del vivere quotidiano spesso troppo ordinario, dove riesce difficile trovare la scintilla dell’interesse e della passione. E dove si può trovare refrigerio rispetto alle quotidiane immagini di guerra, di morte, di calamità. L’arte, dicono, può intervenire sullo scoramento, sulla tristezza. Il che la rende ancora più preziosa.
Come parti integranti di questo incontro, ben organizzato dal referente amministrativo del Comune, il dott. Massimo Capuano, ci sono stati eccellenti brani musicali di due bravissimi musicisti – Antonio Aucello e Gerry Ruotolo – e alcune poesie significative lette da tre studenti del liceo Lanza di Ascoli Satriano.
Per ultimo Nicola Crocetti ha scelto di salutare l’uditorio con una poesia del suo poeta-guida, Ritzos, intitolata ‘L’albero’, metafora di una vita che lascia il segno anche quando l’essere umano fisicamente scompare perché chi ha volato intorno all’albero che non esiste più continuerà a visitare il sito che ne reca traccia: il lavoro lasciato alle generazioni future.
Ora non resta che attendere questo giovane anziano di 84 anni alla traduzione dal greco antico per l’I.N.D.A., l’Istituto Nazione del Dramma Antico di Siracusa, di cui curerà l’Ippolito di Euripide. Un Senex, un anziano, che non solo non dimentica il Puer, il fanciullo che è stato, ma ci convive in modo mirabile. Buon lavoro, dunque, e alla prossima.
Maria Teresa Perrino, 13 agosto 2023