Di Michela Murgia, la scrittrice morta ieri per un tumore all’età di 51 anni, vogliamo ricordare, in particolare, la sua presenza a Foggia a febbraio 2016, ospite della libreria Ubik per presentare il romanzo Chirù, e della biblioteca La Magna Capitana, dove incontrò gli studenti del liceo Poerio.
sulle sue parole, sincerità, originalità, spirito critico, modi non convenzionali di definirsi “scrittrice”, anzi, diceva di non esserlo.
Le avevano già diagnosticato il cancro, allora, ma, come disse al Corriere della Sera in una nota intervista, che poi è stata il punto di svolta per affrontare gli ultimi periodi di malattia e di cure, “non ne aveva parlato per non ricevere la pietà”, che non voleva. Né aveva intenzione di ridurre la “battaglia” contro il cancro nel solito lessico bellico, tipico della guerra.
“Bellezza democratica”, “diritto a sparire”, “diritti civili” fra i temi affrontati. “L’incontro con la scrittrice Michela Murgia- è un dei commenti di una studentessa di quell’anno scolastico, che riportiamo- è stata una delle opportunità più belle che la scuola potesse darci.
Lei non si nasconde, ha avuto il coraggio di denunciare quello che in Italia spesso si nasconde, basti pensare al suo primo libro, “Il mondo deve sapere”, in cui racconta la precarietà di tanti lavoratori.
Del libro che ho letto, “Chirù”, posso dire di aver finalmente incontrato qualcosa di un livello superiore, davvero bello. Ciò che mi ha particolarmente colpito è la descrizione di un’infelicità che viene accettata, un modo di accettare di essere infelici quando si ha la consapevolezza che certe cose non cambieranno. La protagonista, Eleonora, è come se vivesse cercando di “indossare” la propria infelicità…
“Io non mi sento una scrittrice”. Sono queste le parole che Michela Murgia si ripeteva mentre una donna, dall’altro capo del telefono, le chiedeva se volesse scrivere un libro per la casa editrice Einaudi, scrive un’altra alunna del Poerio-.
Leggendo i suoi libri e sentendola parlare all’incontro, ho avuto l’impressione che stesse cercando di educare noi ragazze ad essere donne forti e non sottomesse. In quel momento è stato come se rivestisse i panni di una madre, una madre che poteva essere considerata nostra senza legami di sangue. È questa figura genitoriale rivestita da uno sconosciuto quella raccontata nel suo primo libro, quello scritto quando non si sentiva una scrittrice, “Accabadora”.
Se non puoi uscire dal tunnel, allora arredalo: questa è stata la frase più importante che questa mia “madre” ha potuto regalarmi”.
E torniamo a oggi. Fra le tante voci che si sono levate dopo la sua dipartita, citiamo quella di Laura Boldrini: “Michela Murgia ci ha lasciato. Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato presto, perché lei stessa ci aveva informato del suo stato di salute, senza nascondere niente.
Con le scelte radicali della sua vita e anche con la sua morte, ha dimostrato intelligenza e impegno politico. Di questo e di molto altro le saremo sempre grati. Perdiamo una voce potente nel dibattito pubblico, creativa nella scrittura e una persona libera e coraggiosa”.
Charlene di Monaco torna a parlare della malattia, i sudditi temono (di nuovo) per la…
Le lasagne di polenta al ragù conquistano grandi e piccini. Scopri la ricetta che unisce…
Gelo in studio durante l'intervista a Iva Zanicchi: le sue parole spiazzano la conduttrice televisiva…
Nuovo scandalo sessuale fa tremare la corona: non se lo aspettava nessuno, e adesso potrebbero…
Momento di caos a La Volta Buona da Caterina Balivo. Tensioni con l'ospite, si arriva…
Pulizia dei termosifoni sottovalutata? Ecco gli errori da evitare per proteggerti e risparmiare con i…