“Arcangela Petrucci e Marianna Ciavarella hanno perso i loro mariti, i padri dei loro figli, giustiziati come bestie in un territorio che fino al 9 Agosto 2017 ha vissuto girando la testa dall’altra parte, relegando omicidi efferati, lupare bianche, racket delle estorsioni, traffico transnazionale di stupefacenti e abigeato, a semplice lotta tra pastori”.
Sono due figlie di questa terra, scrivono in memoria di quel giorno, “che hanno pagato un prezzo altissimo per l‘assenza dello Stato a queste latitudini che per più di un trentennio ha colpevolmente ignorato la presenza di una delle organizzazioni criminali più feroci del paese”.
“Sei anni fa la Provincia di Foggia e l’Italia intera hanno capito che un cancro aveva diffuso le proprie metastasi in ogni ambito della vita pubblica, nella gestione economica delle imprese, nelle amministrazioni comunali.
L’eccidio di San Marco in Lamis ha aperto uno squarcio, ha dato alle istituzioni una via da seguire che, grazie all’incessante lavoro delle Forze dell’Ordine sta dando frutti insperati, sta togliendo terreno alla malavita organizzata e una nuova consapevolezza alla società civile”.
Per Arcangela e Marianna, invece, “il lavoro sarà ancora più duro, crescere i propri figli nel culto della legalità evitando la trappola della vendetta è una fatica che continueranno a subire con la consapevolezza di doversi impegnare in memoria di quei padri, lavoratori di quella terra che non ha saputo proteggerli”.
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