Il senso della famiglia spezzata e in crisi nel film “Lacci”

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Foto: moviedigger.it

“Lacci” il film del regista Daniele Lucchetti è tratto dal romanzo di Domenico Starnone, ha ottenuto tre candidature ai Nastri d’Argento e tre candidature a David di Donatello e tre Golden Globes in Italia. In aggiunta ha  ricevuto molti grandi incassi. Un vero e proprio capolavoro, un’opera d’arte.

Un cast davvero incredibile, con una chimica, sintonia e cruda verità agghiacciante. Spietate le relazioni in questo film recitato da attori e attrici del calibro come Alba Rohrwarcher, Luigi Lo Lascio, Linda Caridi, Laura Morante, Silvio Orlando, Adriano Giannini e Giovanna Mezzogiorno.

Scritto da Domenico Starnone, Daniele Lucchetti e Francesco Piccolo. Genere drammatico, prodotto da Beppe Caschetto, durata del film 1h e 40 minuti.

Mi sono imbattuta ieri sera in questo film veramente agghiacciante per quanto vero e crudo, proprio come solo noi italiani sappiamo fare del grande cinema.

La storia di una famiglia che vive a Napoli negli anni ’80, lei devota al suo uomo e ai suoi figli. Lui all’inizio del film confessa un tradimento alla compagna e qui lei “si sente come soffocare con le mani alla gola”, dette proprio così, con queste parole dalla sua bocca.

Qui inizia il vero dramma e il vero conflitto fra due giovani genitori di un figlio e una figlia ancora piccoli che durante il film cresceranno fino a diventare adulti.

Aldo, il protagonista, lavora in radio a Roma e viaggia regolarmente per andare in trasmissione, la sua storia extra coniugale avrà luogo proprio lì e lui incontra la sua amante ogni volta che vi si reca per lavoro.

Una volta che Vanda scopre del tradimento di Aldo, la loro relazione non sarà più la stessa, lei lo tormenta in continuazione durante la durata di tutto il film. Con sensi di colpa, allontanamenti e riavvicinamenti spesso usando i figli come ricatto emotivo.

Lo caccia di casa, per voi rivolerlo indietro. Lui vive la sua vita spezzata in due fra Roma e Napoli. L’uomo fatica ad esprimere i suoi veri sentimenti, non parla di come si sente, non si arrabbia, non esteriorizza nulla, è passivo e subisce le scelte delle sue due donne. Le quali se lo lanciano a vicenda come se fosse una pallina di ping pong.

Alla fine Aldo è un’infedele e tale rimarrà, Vanda arriva al punto di tentare il suicidio pur di riaverlo con sé. L’amante Lidia, l’amante, è molto più giovane di lui. All’inizio sono felici entrambi ma poi inizia a soffrire terribilmente anche lei.

Questo film entra molto in profondità, nelle dinamiche di quelle famiglie che al giorno d’oggi chiamiamo “spezzate” o “allargate”.

Famiglie con il cuore infranto. Alcuni genitori rimangono insieme, per ‘il bene’ dei figli. Ma a volte questo crea più danni che altro. Ma, indubbiamente, anche spezzare una famiglia crea dei danni, probabilmente irreparabili, proprio a quei bambini e bambine che crescono confusi senza avere chiaro il concetto di famiglia, amore eterno e fedeltà.

Non so cosa sia meglio per dei bambini, se crescere in una famiglia senza amore o crescere proprio senza una famiglia e comunque senza amore.

La nostra società ha perso il concetto ed il valore di famiglia; di promessa eterna di esserci gli uni per gli altri. Famiglia è non abbandonarsi mai, qualunque cosa accada. Credo che questa filosofia di vita sia da trasmettere alle future generazioni.

Amatevi e non lasciatevi! Perché una volta che si volta le spalle al vero amore, quando tornerai l’amore più non ci sarà.

Perché l’abbandono crea dolore, spaccatura, discrepanza, e un figlio o una figlia non riconosco più i genitori come tali. Ai lori occhi diventano come estranei…

A volte rifletto sul fatto che sia difficile fidarsi delle persone, è sempre più difficile fidarsi dell’altro: ma da chi impariamo a fidarci, se i primi a ferirci e ad abbandonarci a noi stessi e al nostro destino, sono stati proprio loro, i nostri genitori?

Il titolo “Lacci” si riferisce proprio a come il padre si allaccia le scarpe e come i suoi figli imparino a farlo, guardando lui. Proprio come noi impariamo osservando attraverso la “mimesis”.

Ma proviamoci almeno! Tentiamo di non copiare quegli errori che ci hanno ferito, impariamo da essi e così cerchiamo di rendere questo mondo un posto migliore. Dove ci sia un po’ più di amore, fedeltà e accettazione.

Anabel Ciliberti, 19 luglio 2023