Cerignola e Foggia 65 anni fa nel film “Gambe d’oro” di Totò

Cortile Palazzo Fornari a Cerignola, 21 luglio. Cinema all’aperto nell’ambito del programma comunale dell’estate. Certo fa caldo, ma la situazione è un amarcord piacevolissimo. Fa pensare alle arene giardino con i film in bianco e nero, anni ‘50/’60.

 

Il film in programmazione, pur senza la mitica macchina di proiezione a pellicola, è “Gambe d’oro” del 1958,

girato a Cerignola, con qualche scena allo stadio di Foggia, con la presenza di divi dell’epoca e soprattutto con il campione di incassi e beniamino del pubblico: Totò.

Presenti non solo molte persone diciamo agée, ma anche famiglie e giovani, che hanno accolto la proposta di parlare di Cerignola, della sua identità, dei personaggi, dei cibi, del lavoro, della tranquilla vita quotidiana di provincia meridionale e poi della straordinarietà di quei giorni in cui le ragazze e i ragazzi, nonché adulti e anziani di sessantacinque anni fa furono travolti dal mito del cinema.

Prima della proiezione infatti un video racconto, condotto da Giustina Ruggiero e Michele dell’Anno- sul film hanno realizzato pluriennali ricerche che confluiranno a breve in un libro- ha guidato la numerosa platea nella conoscenza di: regista, sceneggiatore, musicista, attori, del perché della scelta della location e del tema.

“Molte le curiosità da cinefili- spiega Giustina Ruggiero- sul regista, Turi Vasile, laureato in Lettere con Natalino Sapegno, scrittore, commediografo, regista teatrale e cinematografico, produttore (Operazione S. Gennaro, Roma di Fellini…) sceneggiatore, autore di rubriche radiofoniche, critico letterario; sullo sceneggiatore, Antonio Margheriti, regista cinematografico (film di genere fantascienza, gotico, bellico, avventura e horror), scrittore, soggettista, sceneggiatore, autore di effetti speciali (artigianali), amante di fumetti, assistente alla regia.

Considerato l’inventore dei film italiani di fantascienza. Nonché in gioventù portiere del Verona calcio. Persino la colonna sonora di Lelio Luttazzi, le parole di Antonio Amurri sono meritevoli di attenzione.

E poi la scelta non usuale di un film sul calcio, dovuta al fatto che nel 1958, anno dei campionati del mondo, l’Italia non si qualificò per mancanza di gioco di squadra e ritmo. Il tema del gioco di squadra (dell’amicizia, del gruppo compatto), vincente, percorrerà tutto il film.

“Fu Rosario Borelli, bellissimo divo dei fotoromanzi, amato dalle ragazze, attore in diversi film di registi importanti, a proporre come location Cerignola dove era nato.

La cittadina mostrò da subito la sua natura ospitale (in quel periodo di riprese diventò quello che oggi si dice albergo diffuso) con una positiva interazione della gente con maestranze e attori”.

Sul perché la scelta ricada su Cerignola aggiunge: “Era lodata per la gentilezza, per il cibo, per la storia e la bellezza di luoghi come Torre Quarto, persino per le bravissime sarte dalle quali le attrici, Elsa Merlini, Dolores Palumbo e le giovani Scilla Gabel e Rossella Como si fecero cucire diversi vestiti ‘a ottimi prezzi’”.

Ci racconta alcune chicche. “Un piccolo barista, soprannominato Molotov, era talmente felice per il turbinio di quei giorni che seguì la troupe in treno senza avvisare i genitori. Inoltre, una ragazzina, Anna Mariella, abitando di fronte all’hotel Sarti di Foggia, vide con suo sommo stupore che c’era Totò alla finestra con Franca Faldini che lo aiutava a ripassare il copione e  rispondeva al suo saluto con la mano.

Per altro ci sono testimonianze sulla gentilezza e la disponibilità del “principe” De Curtis che si spostava da Foggia a Cerignola con autista e Cadillac e scorta di motociclisti”.E ancora il forno, il bar, l’alberghetto, la piazza della chiesa del Carmine, la ragazza che roteava il ferro da stiro di ghisa, i bambini che giocavano con le spade di legno, il Municipio com’era.

I ricordi proposti si sono incontrati la sera del 21 con i ricordi degli spettatori.

“La signora Caterina De Bono, elegante e bella a 80 anni, che ricordava la particina da segretaria dell’azienda “Fontana” che le fruttò ben 3000 lire

e le critiche delle persone di paese che riferivano al padre dei tanti “ziti” che corteggiavano l’aspirante e ‘sfacciata attrice’”.

E ancora una giovane ragazza che ha richiesto un fermo immagine per parlare di suo nonno, nel film un negoziante che chiude la serranda per la famosa partita dell’Audace Cerignola contro la Nazionale, che lei non ha mai conosciuto, Domenico Jungo.

E poi gli esperti e gli appassionati di storia locale, Franco Conte, Antonio Galli e Domenico Carbone, che hanno riconosciuto persone, luoghi, attività e hanno dato indicazioni aggiuntive alla narrazione.

 

“Un incontro di memorie, di stupore, di orgoglio per le peculiarità dei luoghi (per esempio la bellezza dell’azienda e di villa Torre Quarto) e il carattere della gente. A seguire la proiezione del film che ha accomunato tutti con commenti ad alta voce, risate e un senso di comunità che ricorda le chiacchiere con le sedie in cerchio nelle sere calde d’estate, la nostalgia… e com’erano belli i nonni da giovani”.

 

 

 

 

Redazione

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