Se nel mondo dell’agricoltura la presenza femminile è più radicata, non lo è per il “sistema mare” che, tuttavia, registra qualche progresso.
Ecco la parte del Report dedicata alla presenza delle donne nel mondo del mare.
Al 31 dicembre 2022 nel Registro Imprese risultano 50.492 imprese femminili afferenti ai settori del Sistema mare. Si tratta del 22,1% del totale delle imprese blu, valore perfettamente in linea con il tasso di femminilizzazione del sistema economico nel suo complesso (22,2%).
Disaggregando tale informazione per i settori delle attività che costituiscono l’economia del mare, si evidenza come la maggior presenza di imprese femminili sia riscontrabile, sia in termini assoluti che relativi, in riferimento alle attività dei servizi di alloggio e ristorazione, dove il 27,4% delle imprese risulta guidata da donne, corrispondente a 29.865 unità imprenditoriali.
Al secondo posto si trovano le attività sportive e ricreative, che mostrano un tasso di femminilizzazione pari al 26,5%. Seguno la filiera ittica (17,3%), le attività di ricerca e regolamentazione e tutela ambientale (14,3%), la movimentazione di merci e passeggeri via mare (11,8%), l’industria di estrazione marine (10,8%) e la filiera della cantieristica (10%).
Spostando l’attenzione sul territorio, anche in questo caso, l’incidenza di imprese femminili nella Blue Economy è più elevata nel meridione del Paese che nelle altre macro-ripartizioni.
Nello specifico, nel Mezzogiorno il 23,4% delle imprese blu è guidato da donne, cui segue il Centro con il 22,5%, mentre si attestano al di sotto del valore medio nazionale il Nord-Ovest (19,5%) e il Nord-Est (19,2%).
Nei settori delle attività sportive e ricreative e della cantieristica i tassi di femminilizzazione più elevati sono appannaggio del Mezzogiorno, mentre nelle attività di ricerca e regolamentazione e tutela ambientale e nella movimentazione di merci e passeggeri via mare si contraddistingue il Centro.
Spicca la presenza di imprese rosa nel Nord-Ovest per quanto riguarda le attività dei servizi di alloggio e ristorazione (29,8%) e dell’industria delle estrazioni marine (15,7%).
Con riferimento alla filiera ittica, invece, la presenza relativa di imprese femminili è maggiore del Nord-Est (19,3%).
Sotto il profilo settoriale, si registra un aumento del peso delle imprese femminili nella filiera ittica (dal 17,2% al 17,3%), nella filiera cantieristica (dal 9,6% al 10%), nella movimentazione di merci e passeggeri via mare (dall’11,2% all’11,8%), nei servizi di alloggio e ristorazione (dal 27,1% al 27,4%) e nelle attività sportive e ricreative (dal 26,4% al 26,5%).
Nelle attività di ricerca e regolamentazione e tutela ambientale il tasso di femminilizzazione è rimasto pressocché stabile, mentre ha subito un lieve calo nell’industria delle estrazioni marine.
(Foto di copertina: euronews.green)
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