A Ilaria, in ospedale con la figlioletta dopo 14 giorni di febbre altissima, quattro tamponi per una mononucleosi confusa con il Covid 19, e tanta paura.
Ad Annalisa, che sembra delicata come il cristallo e invece cresce da sola, e in una città dove non conosce nessuno, la sua bimba perché il marito lavora troppo lontano, nel nulla di un deserto o in mezzo al mare.
A Maria Adele, che non esce mai senza rossetto, ha tre figlie splendide, e un marito che è sempre stato un po’ così, ma non lo lascia perché lui ora è vecchio e malandato.
A Thea, che è nel mio cuore, e basta.
A Marisa che ha scelto di diventare mamma prima di iniziare a lavorare, nonostante una proposta di carriera allettante, perché quello le diceva il cuore.
A Daniela, che ha trovato il coraggio di separarsi e, nonostante tutto, non ha allontanato il figlio da un padre assente e bugiardo.
A Roberta, che aspettava due gemelli e li ha persi entrambi, in un soffio.
A Francesca, che è morta in pochi minuti, a 50 anni lasciando una figlia attonita.
A Luisa, che è la mamma di tutti, e ha la cucina che profuma sempre di biscotti e di cioccolata calda, dal potere consolatorio.
Ad Antonella, che a 55 anni continua a vestirsi da bambola e ha insegnato la dolcezza ai suoi tre figli maschi.
A Marina, indomita leonessa che insegna con l’esempio ai figli il coraggio e l’onestà.
A Lorenza, che ha perso il suo primogenito senza capire il perché.
A Barbara che ha fatto laureare con lode un figlio dislessico.
A Mimma, che dice di non averne voluti lei, di figli.
Alla mia mamma, che ha le mani e il cuore d’oro. Che ogni giorno si sentiva con le sue amiche, perché WhatsApp non bastava, “noi ci dobbiamo parlare, che noia queste chat”, e ora che sono rimaste in poche sono malinconiche e un po’ spaventate, e si sentono di meno. Che con gli avanzi del frigo prepara piatti che Cracco, scansati. Che ha sempre la caffettiera pronta.
Che se in negozio non trovi la taglia, in due ore ti cuce esattamente il vestito che volevi. Che se normalmente segue cinque telegiornali al giorno, con il coronavirus ha fatto più maratone di Mentana. Che ha sempre messo da parte i suoi desideri per soddisfare i nostri. Che, in cinquantatré anni, non ho sentito una volta alzare la voce con nessuno.
Che ti telefona esattamente quando hai bisogno di lei, o quando non potresti rispondere neanche se avessi dieci mani. Che non chiede mai niente per non disturbare, ma tu le cose le fai lo stesso e le fai proprio come vuole lei. Solo per amore, e gratitudine, e riconoscenza.
A me, che dopo Francesco ne ho persi due di bambini e sono ferite ancora aperte, e quando mi dicevano “Non pensarci più, basta piangere” il coltello affondava un altro po’.
E sempre a me che quando Francesco andava alle elementari, in un compito sulla mamma ha scritto: “La mia mamma è bellissima e, quando sorride, nella stanza entra il sole”.
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