Monte S. Angelo, terra d’Europa, con la sua storia di umanità condivisa

StatoDonna, 11 aprile 2023. Sono passati un po’ di giorni, da quando Agrigento, é stata proclamata Capitale italiana della Cultura 2024. Una città, con più di 2000 anni di Storia, colonia greca, con un complesso archeologico e monumentale tra i più belli e suggestivi al mondo.

La Valle dei Templi. Praticamente la memoria della storia occidentale prima di Roma. Anzi, le fondamenta di tutto il nostro modo di essere, pensare. Di quello che siamo

Se poi, ci mettiamo il fatto che é stata la terra natale di Luigi Pirandello, l’ultimo Nobel italiano per la narrativa nel 1934, un genio mondiale, ragazzi, non c’è storia. Bisogna ammetterlo, con onestà intellettuale.

Però, questo non esime dalla riflessione sulla candidatura del luogo simbolo della mia terra, la mia Montagna Sacra, Monte Sant’Angelo. Una candidatura che, per noi, ha rivestito una grandissima importanza al di là, del risultato.

I riflettori di tutta Italia, sono stati puntati su di noi, non solo per la quarta mafia, grazie a Dio, ma per un luogo che da più di mille anni collega la terra e il cielo. Dove re, imperatori, papi, potenti, umili penitenti, provenienti da tutta Europa, si sono inchinati in quella grotta, dove mio nonno diceva “scende l’acqua, ma tu non ti bagni”. Si scende quando si va, con spirito penitente, nel Santuario. É un luogo ctonio, di viscere di Terra. Li, il Re degli Angeli, si è manifestato.

In quella cavità dove, già dalla, notte dei tempi Podalirio, indovino cieco, vaticinava, si scende, si vedono migliaia di scritte incise sulle pareti, anche rune nordiche medievali. Sì, perché Monte è luogo d’Europa. Dal nord della Francia, a Mont Saint Michelle, passando per la Sacra di San Michele in Piemonte, fino a noi, l’Arcangelo é stato ed è venerato.

Luogo di genti, di guerrieri (crociati, Templari) di santi eremiti, asceti, che hanno lasciato ovunque tracce del loro passaggio. Basti pensare a tutti gli eremi sparsi nel territorio circostante. Monte è finestra, terrazza sull’azzurro. Di cielo e Terra. Nel bianco accecante delle sue case. É dimensione mediterranea che include tutto, oriente e occidente, nord e sud, spirito e materia.

Troppo riduttiva, a mio parere solo la sua, versione oleografia, da cartolina tradizionale. Bisogna andare oltre. Questo è lo spirito per il futuro. Questa candidatura è stata sicuramente uno sprone per una visione nuova, diversa, globale e condivisa tra nord e sud d’Europa dove il nostro modo di essere può essere alternativa a un modo diverso di pensare e di vivere.

Un modo dolce, lento, che sa di vento, di azzurro, di profumo di pane intenso, di dolcezza di mandorle, di umanità condivisa. Sì perché questi siamo noi, da secoli. Questa è la nostra terra. Madre che abbraccia, dove puoi sentire anche il Paradiso e decidere di restarci.

Concetta Melchionda, 11 aprile 2023

Redazione

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