Oggi abbiamo intervistato la blogger, nonché poliedrica creativa, Giulia Quaranta Provenzano a proposito della sua collaborazione con la fondatrice del marchio Rock Rose.
La trentatreenne ha affermato che esso è un brand al femminile, venuto alla luce come progetto “women for women”, al quale è entusiasta di contribuire nella realizzazione dei pattern che Francesca Pinardi sviluppa e disegna magistralmente. A seguire, vi proponiamo le risposte che ha rilasciato alle domande d’intervista che le abbiamo posto…
Buongiorno Giulia, ci racconti un po’ come è nata la tua collaborazione artistica con Francesca Pinardi? “Buongiorno a voi e buongiorno anche ai lettori! Francesca è una donna dall’animo sensibile ed elegante e questo si riflette inevitabilmente nei suoi disegni, nei quali riesce sempre a cogliere persino l’implicito di quello che le viene suggerito e che sviluppa con profondo senso critico e intuizione. Non posso, dunque, non ringraziarla di cuore per avermi dato e darmi tutt’ora fiducia e permettermi di sorprendermi e meravigliarmi ogni volta che scopro gli straordinari frutti della nostra preziosa collaborazione e affinità. Il brand Rock Rose, da lei fondato, è inclusivo e tra i suoi valori portanti v’è il piacersi… piacersi che io stessa trovo che sia fondamentale nell’esistenza di ciascun* di noi, in quanto se non ci si ama e se non si è in pace con il proprio autentico sé è praticamente impossibile essere d’aiuto e apprezzare sinceramente la vita, gli altri esseri viventi e ciò che ci circonda. Sono, inoltre, dell’avviso che come ci vestiamo (e trucchiamo o meno e come ci acconciamo) sia indicativo della nostra personalità, pertanto perché accontentare gusti estranei ai propri? Accantonare la lealtà e la fedeltà a se stessi, tradire la propria spontaneità, non evidenzia piuttosto soltanto la fragilità che si cerca di celare nel rincorrere l’approvazione di quante più persone si riesce?! I capi d’abbigliamento che troverete cliccando sul link https://www.rockrose-shop.com/ ecco che invece sono originali e non temono di mostrarsi eventualmente controtendenza e nella loro marcata unicità”.
Cosa ti ha colpito immediatamente del brand Rock Rose? “Innanzitutto il nome, nomen omen. Non ho potuto fare a meno di sorridere anche e soprattutto dacché il rock e le rose fanno, da sempre, parte della mia storia personale – mi rappresentano e sono elementi di cui non ho mai fatto a meno sia in senso figurato e artistico che metaforico. Il marchio a cui ha dato vita Francesca Pinardi è pregnante e forte nei simbolismi per quanto raffinato nella composizione dei pattern e non teme d’osare… e io sono convinta che proprio l’audacia sia imprescindibile se non si vuole soccombere a priori nelle sabbie mobili della propria passività, viltà, pusillanimità e codardia. Per venire rispettati dalla gente bisogna in primis essere noi stessi a rispettare la prima persona, il rispetto cioè lo si deve pretendere primariamente da sé e di conseguenza pure dagli altri esseri umani (in quanto, se ci si fa vedere remissivi, si rischia di finire per divenire le prede perfette di prepotenti e arroganti approfittatori). Inoltre Rock Rose basa la sua etica sull’inclusività, valore che reputo fondamentale tenere di conto, concretizzare e valorizzare al meglio nella quotidianità non solamente per una questione di desiderabilità ma poiché l’accessibilità delle forme e dal punto di vista economico fa sì che non vi sia chi si senta inferiore e ghettizzat* da condizioni avverse nonostante l’impegno nel tentativo di mutarle”.
Gli abiti firmati Rock Rose si caratterizzano per le forme che valorizzano e non nascondono il corpo delle donne. Ebbene, noi vorremmo sapere da te qualcosa in più a tale proposito… “La caratteristica dei modelli delle varie collezioni, ideate e realizzate da Francesca Pinardi, di essere facili nell’utilizzo è stata pensata a favore delle donne che sono ad esempio su una sedia a rotelle e che hanno bisogno di abiti non complicati da indossare e che siano comodi… ma altresì per le viaggiatrici, per le mamme e per coloro che lavorano fuori casa e hanno poco tempo da dedicare alle faccende domestiche. Avere dei vestiti che tolti dallo stendino e dalla valigia non necessitano di essere stirati è, dunque, un andare incontro alle esigenze reali e molto concrete di ognuna di noi. Questa attenzione al prossimo è qualcosa che, personalmente, stimo e che mi connota. Io medesima ho difatti iniziato – più di sedici anni fa – a collaborare con testate giornalistiche cartacee e online, radio, gallerie d’arte, cantanti, musicisti, producer e studiosi nella speranza di dare luogo a una rete di collaborazioni appunto e supporto di femmine ad altre femmine, di minoranze ad altre minoranze, di creativi ad altri creativi e a comunicatori, ricercatori, estimatori di verità. Ne deriva e consegue che oggi collaborare alla realizzazione dei pattern firmati Rock Rose è una grande e profonda gioia e soddisfazione per me poiché ciò mi permette di ricamare il trascorso con un prezioso filo rosso, mi consente ovvero di non dimenticare e anzi di far fruttare il passato in direzione d’un presente e futuro migliore grazie anche agli insegnamenti ricevuti e alle esperienze avute nell’infanzia e durante la mia adolescenza imperiese (Imperia che è una città difficile da amare oggigiorno che solo il verde dell’entroterra e il mare rimane di cui godere e dal quale imparare a essere come le onde che, infrangendosi conto gli scogli, eppure non si arrendono né demordono mai)”.
Qual è stato il primo pattern che ti ha visto contribuire alla realizzazione di un capo d’abbigliamento delle collezioni Rock Rose? “Il vestito Phoenix – Rome Dress con scollo a goccia e maniche arricciate e deliziosi bottoncini in perla, in stile retrò, ha sancito il mio sodalizio artistico con Francesca Pinardi. Un abito elasticizzato, questo, morbido e traspirante che vanta un tessuto soffice e confortevole al tatto. Esso non ha zip e la sua composizione è 50% in viscosa e 50% in poliestere. Sono felicissima e grata del fatto che un’illustratrice e designer tanto talentuosa come Francesca appunto si sia lasciata ispirare da un mio suggerimento tematico… la fenice è un bellissimo simbolo di speranza e rinnovamento e sono dell’avviso che non ci sia un anticipo migliore di primavera che tale uccello di fuoco. Vi invito, comunque, a dare un’occhiata pure al Bunny & Flower – Lille long sleeves dress e al Fireflies – Lille long sleeves dress dei quali mi piacerebbe poter presto parlare, con voi, approfonditamente qualora ci concedeste codesta ennesima possibilità. Grazie dell’attenzione riservata a noi di Rock Rose e a presto”. (nota stampa).
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