StatoDonna, 23 febbraio 2023. Ho riascoltato il monologo di Chiara Francini a Sanremo lontano dal clamore. Apprezzo che abbia affrontato un tema importante di cui si parla pochissimo, poco per pudore e molto per ignoranza, la non maternità.
Perché le non madri, per scelta propria o del destino, diversamente dai non padri ai quali non viene richiesta alcuna giustificazione, passano la loro vita a cercare di spiegare il perché di quella “condizione”, e la gran parte delle volte senza essere comprese davvero.
Non le capiamo, diciamo la verità, le percepiamo egoiste o sfortunate e ci viene più facile giudicare, noi madri (non ne parliamo se plurimadri) che ci sentiamo migliori.
Senza generalizzare, nessuna si senta offesa, per carità, non servono levate di scudi.
Stigmatizzare il non essere madre e la presunta assenza di istinto materno (altro unicorno dello sconfinato mondo femminile) è bullismo quando le madri si coalizzano contro la non madre e diventa cyberbullismo quando la maternità viene celebrata su quelle piattaforme inondate da pance e creature, da quando nascono a quando con fatica riescono a sfuggire ai deliri social delle genitrici che, ricordiamolo, monetizzano i like come ci insegna Shakira, che sa il fatto suo.
In un mondo in cui si scopre la parola “empatia” abusandone fino alla nausea in tutti i laghi in tutti i luoghi, spiegandone su ogni social l’etimologia, e cioè la capacità di compenetrarsi nei sentimenti dell’altro. Tralasciando di dire che l’empatia non prevede di provarli anche noi quei sentimenti, perché quella è la compassione, ed è ancora più rara, è l’upgrade. Basta riconoscerli per non confonderli o spacciare la prima per la seconda o pretendere dalla sorella minore che sia come la più grande.
E allora, se li riconosciamo, occhio a non ferirli questi sentimenti, e a dosare bene le parole, armi potentissime spesso sottovalutate anche se ci piace affermare il contrario.
Non parliamone con superficialità, perché anche dietro le scelte più razionali (quando sono scelte, appunto) di donne e di uomini, possono celarsi vulnerabilità e ferite nemmeno consapevoli, squarci di malessere senza nome e senza perché. Ma presenti, lembi di carne viva che mai si congiungono perfetti. Fanno cheloide, sempre.
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Ciao Simonetta ( bella di zia 🌹) a me sinceramente mi sembra uno sminuire la DONNA in quanto tale "se per sua scelta ( più che legittima) o per altre cause a noi ignote si debba non sentire DONNA completa ; quasi che la maternità sia un traguardo. Lo diventa nel momento in cui lo si desidera,nella piena consapevolezza. Alla mia epoca le mamme erano bambine loro stesse, crescevano con i figli, ed ora? Nello status di una donna appagata culturalmente, in ambito lavorativo e si sente pronta a dare il meglio di sé...allora quello è il momento giusto. Il mondo corre, e per fortuna oggi ci sono tutti i "mezzi" per non fare figli per"caso"- un figlio non deve mai essere un caso...ma un desiderio.
I monologhi di Sanremo non hanno detto nulla di nuovo...un bacio tesoro ❤️