StatoQuotidiano, 13 febbraio 2023. Domani, giorno di S. Valentino, Pasquale e Fortunata Rignanese festeggiano 70 anni di matrimonio. Si sono sposati nel 1953, oggi hanno 95 anni, 4 figli e tanti nipoti. Li abbiamo incontrati nella loro casa a Foggia, dove sono venuti a vivere decenni fa dal loro paese di origine, lui di Monte S. Angelo, cresciuto Manfredonia, e lei, manfredoniana. Quando hanno celebrato le nozze nel paese sul golfo, la festa degli innamorati non esisteva: “È stata solo una casualità, per noi, la scelta di quel giorno”, racconta Pasquale, che ricorda tutto della loro storia. Gli fa eco, in alcuni passaggi, la voce di sua moglie, che aggiunge e spiega.
Negli ultimi anni il marito ha imparato a cucinare, segue le cure di sua moglie, la sostiene in ogni azione, dalla lettura attenta delle istruzioni dei farmaci che assume, all’aiuto fisico, dato che non cammina più bene. “Quando parla di lei gli si illuminano gli occhi”, ci dice in anteprima sua figlia Rosaria che, insieme a suo fratello e alle sorelle, ha voluto che questo anniversario divenisse pubblico.
Con i due coniugi andiamo indietro nel tempo, ma prima chiediamo, se in 70 anni, hanno mai pensato, qualche volta, di non poter restare più insieme: “Mai- risponde sicuro Pasquale- le nostre liti duravano un giorno, al massimo”.
Per vari anni Pasquale e Fortunata sono stati i titolari di un negozio di alimentari quando si trasferiscono a Foggia, prima arriva lui, poi lei. “Abbiamo fatto tanti sacrifici con quattro figli, passavano fra le braccia dei nostri clienti al negozio e quando sono diventati più grandi ci hanno dato una mano consegnando la spesa in casa a chi ce lo chiedeva”. Le ferie? “Mai andati al mare, solo la domenica, prima con il treno e poi con la macchina, la vacanza l’abbiamo fatta dopo la pensione”, dice Pasquale.
Nei primi anni di matrimonio abitavano a ridosso del quartiere Candelaro in un’area dove non c’era quasi nulla perché i palazzi sono arrivati più tardi. Nella piccola casa, mal riscaldata, Fortunata era arrivata in abito da sposa: “Per questo si è ammalata, ha avuto la polmonite ed è stata per una settimana a letto. Nella nuova casa faceva molto freddo”, anche rispetto al clima più mite del paese sul golfo.
Il primo incontro dei due giovani, quello a cui segue un lungo periodo di corteggiamento, avviene tramite un amico. Da allora comincia una storia d’amore, almeno nei sentimenti di entrambi, che dura ancora oggi. “Fortunata era molto timida, come me, non era sfacciatella, quindi mi piaceva per questo, e non si decideva a dirmi di sì. Più rifiutava, e intanto non si fidanzava con nessun altro, e più mi ostinavo”.
Quando lei acconsente, mette le cose in chiaro: “Non posso uscire tutti i giorni”. Ma lui non ci avrebbe giurato. “La sera, sotto pioggia e sotto il vento, io passavo sempre sotto casa sua, che abitava a piano terra. Da dentro spostava le tende e io la guardavo. Qualche volta, siccome era sarta, diceva di dover andare a comprare dei bottoni e qualcosa che serviva per cucire, allora ci incontravamo”.
Nel 1949, Pasquale fa il militare fra Milano e Genova, prima licenza dopo sette mesi: “Le scrivevo ogni settimana, lei mi rispondeva con una frequenza di una volta ogni due mesi”. Fortunata lo guarda e sorride: “Ma io lavoravo, cucivo, non avevo tempo di scrivere le lettere”.
Il regalo che è diventato famoso, cui allude sua figlia- “Papà, com’è la storia del regalo?- è una borsa di pelle che Pasquale porta in dono alla fidanzata da Genova: “A Manfredonia la apprezzavano tutti, era una cosa unica”, puntualizza Pasquale.
Sono le figlie ad anticipare spesso le storie o sollecitare il racconto, e lui prosegue: “Suo padre- di Fortunata, ndr- era molto geloso, non potevo poggiare nemmeno il mio piede sulla sua sedia che si arrabbiava. Al cinema non ci andavo, nemmeno con la mia famiglia e con lei, perché avrei dovuto sedermi accanto…poi scendeva il buio e con suo padre, se fosse arrivato o l’avesse saputo, sarebbe stato il finimondo. Meglio evitare”.
In chiesa Pasquale ci andava per sentire la voce di Fortunata che cantava durante la novena, “ma non potevo aspettarla fuori per lo stesso motivo”. Si sposano nella parrocchia Stella Maris a Manfredonia, l’abito lo cuce la sorella di Fortunata, sul modello che aveva una sua amica.
Una storia di un’altra epoca, che oggi ha intorno a sé figli e nipoti, in una sala da pranzo dove, da tanti decenni, ogni festa comandata è vissuta insieme. Pasquale, classe 1927, e Fortunata, classe 1928, ricordano come se fosse ieri gli inizi del loro amore che si festeggia, di rito, il 14 febbraio. Ma loro nemmeno lo sapevano, quel giorno.
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Tantissimi auguri di lunga vita insieme ❤️