StatoDonna, 8 febbraio 2023. Il Festival degli abiti neri. Bellissimi, tra l’altro. Semplicemente divino il Dior di Chiara Ferragni, con la stola avorio SENTITI LIBERA, per continuare a combattere i tabù legati al corpo delle donne, come fa da diverso tempo ormai. Favolosa la redingote asimmetrica di Anna Oxa, bellissima e sempre giovane, su un abito lungo fino ai piedi calzati da anfibi massicci che non toglievano niente alla sua eleganza innata. Nero l’abito troppo sexy di Marco Mengoni, di pelle vestito, in contrasto con la faccia e i modi da bravo ragazzo. Di piume nere come un corvo il cappottino di Elodie a nascondere un po’, ma solo un po’, una tuta di tulle, nera anche questa. Elodie, bravissima e tra l’altro, per me la canzone più bella.
Nero anche per Leo Gassman con una voce bella, una faccia bella, una canzone quasi d’altri tempi. Sette più. E nero anche per Ultimo, delicato come sempre. In nero Mara Sattei, abito lungo dalle scollature vertiginose che distraggono dalla canzone.
Il Festival del lamè. Di Amadeus, con il garbo e la bravura che conosciamo, bravissimo a gestire Blanko, di bianco vestito, nomen omen, ma arrabbiato nero perchè non sentiva la musica in cuffia e ha pensato bene di spaccare i vasi di fiori, di strappare i fiori, di sporcare il palco e di non rispettare il lavoro degli altri. Zero spaccato, anche se era solo ospite.
E il lamè di Mr.Rain, che ha cantato “Si nasce soli e si muore nel cuore di qualcun altro”, dedicata ai supereroi cioè a chi, affetto da depressione, decide di chiedere aiuto perché essere forti non è una scelta. Un bel messaggio importante, una bella canzone. Dei Cugini di campagna, una garanzia per chi soffre di nostalgia, come il titolo,della canzone “Lettera 22”. Una garanzia anche senza falsetto, con una canzone che dopo due strofe già canti.
Nero e lamè insieme per Gianluca Grignani, che torna sul palco di Sanremo, meno maledetto e meno giovane, certo, ma la voce è quella. E anche la rabbia di questa canzone dedicata ad un padre assente, forse pensando anche a se stesso padre, ma sono cose sue, noi registriamo che la canzone merita. “E per il resto ognuno giudichi se stesso”.
Lamè anche per Chiara Ferragni nel suo ultimo cambio d’abito, in una sottogonna con cerchi ma senza gonna. Uniche note di colore la giacca bordeaux di un Gianni Morandi sempreverde, che canta Bella Belinda insieme al pubblico, relegato un po’ a valletto da Amadeus, Gianmaria, con la sua camicia bianca aperta fino all’ombelico a lasciare intravedere un tatuaggio che forse recita Christian, e Ariete che, con la sua giacca di velluto rosso canta “tutto ciò che amo mi fa paura”.
La giacca da smocking rosa con revers neri di Olly, che canta, sussurra e grida, con una voce interessante e una canzone da ascoltare. E i Coma_cose rossa lei verde lui, elegante lei emozionato lui, con una canzone che racconta della crisi attraversata e risolta del loro amore. Bella la canzone, lei molto brava. I colori pastello dei Colla zio, versione colorata dei Neri per caso, pieni di riccioli di ogni lunghezza, non so dire altro.
Ha scelto poi un abito color carne con disegnato il suo corpo nudo Chiara Ferragni per parlare proprio del corpo delle donne che non deve mai generare odio o vergogna, dice leggendo la lettera alla se stessa bambina, alla quale racconta quello che sarà il suo futuro ma soprattutto le raccomanda di non sentirsi mai inadeguata e che tutte le volte in cui si è sentita non all’altezza non era vero e le chiede scusa per averla fatta sentire così, perché lei bambina non se lo merita. Neanche la lei adulta, in verità.
E l’ultima frase “essere donna non è un limite, dillo, gridalo alle tue amiche” è una frase bella, mi è piaciuta molto. Promossa. E brava anche per aver portato sul palco D.i.Re. (donne in rete contro la violenza) la rete nazionale antiviolenza gestita da organizzazioni di donne. E per questo momento Chiara ha scelto un abito bianco con scritte in nero alcune delle frasi che i suoi haters hanno pubblicato nel tempo sul suo profilo Instagram. Abiti manifesto per Chiara Ferragni, vera rivelazione di questo festival, senza dubbio.
Come sempre poi la classifica della sala stampa ti fa sentire inadeguato perché non riesci a capire la bravura di certi cantanti che vorresti vedere agli ultimi posti e invece sono in alto in classifica. Elodie e Coma_cose ok. Ok anche Leo Gassmann. Il resto della classifica per me è no, opinione personale naturalmente.
E comunque credo che la prima serata del Festival di Sanremo valeva la pena di essere seguita non fosse altro che per vedere Roberto Benigni parlare della nostra Costituzione che, dice, è stata sognata e non pensata, e racconta che un mondo migliore è possibile; dell’art.21 “Tutti hanno diritto di manifestare veramente il loro pensiero”; e soprattutto i miei adorati Pooh e Dodi Battaglia cantare “Tanta voglia di lei”. Ci sono cose che il tempo non cambia, che volete fare.
Charlene di Monaco torna a parlare della malattia, i sudditi temono (di nuovo) per la…
Le lasagne di polenta al ragù conquistano grandi e piccini. Scopri la ricetta che unisce…
Gelo in studio durante l'intervista a Iva Zanicchi: le sue parole spiazzano la conduttrice televisiva…
Nuovo scandalo sessuale fa tremare la corona: non se lo aspettava nessuno, e adesso potrebbero…
Momento di caos a La Volta Buona da Caterina Balivo. Tensioni con l'ospite, si arriva…
Pulizia dei termosifoni sottovalutata? Ecco gli errori da evitare per proteggerti e risparmiare con i…