Lolita Lobosco 2, la coralità del femminile nella magia di Bari

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Foto: tv serial.it

StatoDonna, 17 gennaio 2023. Il secondo episodio di Lolita Lobosco andato in onda domenica è tratto dall’ ultima fatica di Gabriella Genisi “Lo scammaro avvelenato” che, ovviamente, vi consiglio di leggere. Uno scrittore, ospite del B&B della mamma e della sorella di Lolita muore per avvelenamento. Si apre il “mistero” del cibo, che può essere vita e morte insieme.

La storia che si racconta è molto al femminile, sia nel libro che nella fiction. Ci sono donne che si confidano, sciolgono dubbi, cantano, su un letto, come in un harem privato, discutono tra amiche, di tutto. Donne che si vogliono, e vogliono salvare e poi sono tradite, deluse, come la psicologa della fiction. Gli uomini, fragili, fedifraghi, ondivaghi, eterni bambini bugiardi secondo archetipi che vanno dai Greci Sofocle ed Euripide in poi.

Donne che voglio emanciparsi, con lo studio, e rompere cliché atavici. Però vogliono anche nutrire, sedurre col cibo stesso. Donne bellissime, col tacco dodici, eppure dotate di quell’ intelligenza emotiva che fa vedere oltre la sfera logico razionale. Quel sentire che è capire tutto, a pelle. Lolita è, rappresenta tutto questo. Ama, sa amare, ma vuole dare e avere libertà, com’ è giusto che sia.

Ci piace tanto, perché è un rispecchiarsi, è un mood contemporaneo, che non rinuncia al sentimento, pur con la determinazione. É senso di giustizia, libertà, indipendenza, ma anche seduzione in splendida fotografia, in glamour. Siamo lontani dalle anglosassoni dure e pure, le androgine in anfibi e pistola, quasi con mascella quadrata, per rimarcare il proprio essere “alla pari”. O le anatomo patologhe, detective da lab, alla Patricia Connelly, super iper tecnologiche. Qui è tutta un’altra storia.

É il cuore del Sud più bello e rilucente che viene fuori, quello che ha gli occhi intensi e profondi di una donna bellissima e del mare che non smette mai di incantare. Quando poi, ci metti una città sfolgorante, dai campanili sottili d’Oriente, la sua Città Vecchia, il lungomare gioiello, quella parlata inconfondibile (Lunetta Savino, super!), quei colori intensi, su terrazze affacciate su mare e cielo, l’idea stessa di sapori unici, non rimane che la battuta che ho ascoltato stasera, e che è anche un mio sentire profondo, consentitemelo: “Da Bari non si va mai via veramente, si rimane sempre”.

Concetta Melchionda, 17 gennaio 2023