Stramurales di Stornara, Giancarla de Marco è la ‘guida emozionale’

StatoDonna, 15 gennaio 2023 – Mai pensare che la vita sia finita o che non abbia più nulla da offrire quando si arriva ad una certa età o quando si vive una certa situazione. Le sorprese non mancano mai e possono portare anche un entusiasmo ritrovato, un nuovo inizio, una passione inaspettata. È quanto vive Giancarla de Marco con il suo impegno nell’associazione StornaraLife e nell’evento Stramurales.

Genovese di nascita, da circa 17 anni vive a Stornara, con il marito, con i suoi circa 60 anni, dal 2018 rappresenta una delle figure di riferimento del Festival che ha portato la cittadina agricola dei Cinque Reali Siti, Stornara, di circa 5-6000 abitanti, all’attenzione di numerose persone e media in Italia, attraverso i murales e la Street Art.

Chi è Giancarla de Marco? Noi di StatoDonna abbiamo voluto incontrarla e conoscerla, in una chiacchierata semplice e interessante.

“Non amo esaltarmi- ci dice- sono una persona semplice e semplicemente diplomata, che con il mio impegno nel festival di Stramurales, mi sento finalmente utile e realizzata. In qualche maniera mi piace l’idea di fare qualcosa di utile per Stornara, un paese che mi ha fatto sempre sentire accolta ed è sempre stato ospitale con me e mio marito”.

Quale ruolo riveste nell’organizzazione del festival e dell’associazione Stornara Life?

“Direi che fondamentalmente sono di supporto a chi di arte e di cultura ne sa più di me ed è più accreditato all’interno dell’associazione Stornara Life. Collaboriamo, infatti, con una docente dell’Accademia delle Belle Arti, Francesca Sabba, ed una docente di Storia dell’Arte del Liceo Scientifico di Cerignola, Enza Rutigliano. Più specificamente, per quello che riguarda il festival, io seguo gli artisti, mi occupo di contattarli, di accoglierli. Trascorro con loro il momento della colazione ad inizio giornata, procuro loro i materiali e i colori di cui necessitano per realizzare i murales. E mi piace molto ascoltarli. In più, quando arrivano i turisti a visitare i murales, io faccio da guida e qualcuno mi ha definita “guida emozionale”, perché mi piace entrare in empatia con le persone”.

Come è cominciata l’esperienza con Stramurales e Stornara Life?

“Abito a Stornara da 17 anni, però conosco le persone che fanno parte dell’associazione e dell’organizzazione del festival da circa 7 anni. Le ho incontrate casualmente su Facebook e ci siamo ritrovate a realizzare che avevamo le stesse idee. Così abbiamo cominciato ad incontrarci personalmente. Da lì è nata un’amicizia e delle serate insieme in cui abbiamo cominciato a pensare a cosa avremmo potuto fare per portare arte e cultura a Stornara.

E l’idea da cui è nato tutto è partita da quello che poi è diventato il nostro direttore artistico e che io chiamo il deus ex machina, ossia Lino Lombardi. Un’idea che era un suo sogno che lui aveva da anni. Così, abbiamo cominciato a contattare gli artisti e siamo partiti con l’organizzazione del festival nel 2018, senza avere alcuna cognizione di quello che poi sarebbe accaduto. Il Festival di Stramurales è nato quasi per scommessa. Poi ci abbiamo preso la mano e siamo diventati una vera e propria associazione, Stornara Life, nel novembre del 2018”.

Cosa rappresenta per lei tutto questo?

“Una cosa fantastica. La riscoperta di una passione nuova che mai avrei pensato di avere, quella per la Street Art, che è così esposta alle intemperie e agli imprevisti della strada, che quindi tende ad essere caducea, e, per tale ragione, può ben rappresentare la vita stessa. Una passione che mi ha letteralmente conquistata, che non mi abbandonerà più, credo, e nella quale io mi impegno, per Stornara Life e Stramurales, 365 giorni all’anno, ogni giorno”.

Cosa pensa di portare della tipica sensibilità femminile e del suo essere donna in tale esperienza?

“Una parte molto emotiva, considerando come sono io. Di solito sono quella che piange tanto quando gli artisti vanno via. Per il resto, nell’associazione io non sono l’unica donna, anzi, essa è composta prevalentemente da donne, a parte il direttore. In più, penso che le vere differenze non siano quelle tra uomini e donne, ma siano date dalle esperienza della vita, la cultura e la sensibilità di ogni persona”.

Con la sua esperienza, pensa di portare un messaggio o rappresentare un esempio per gli altri?

“Io non tendo ad esaltarmi, tuttavia, se mi lascio andare, trovo di poter dire almeno a me stessa che questa esperienza di Stramurales mi ha effettivamente fatto capire una cosa importante che voglio dire e condividere. Ossia: non bisogna mai pensare che la vita non abbia più nulla da offrirci, soprattutto se viviamo una situazione particolare o abbiamo raggiunto una certa età. Ho imparato che la vita riserva sempre delle sorprese e che le cose possono cambiare quando meno ce lo aspettiamo”.

Quali sono le principali iniziative in cui siete impegnati al momento nell’associazione Stornara Life?

“Siamo rivolti già verso Stramurales 2023. Il festival richiede sempre un lavoro lungo e complesso che prende tanto tempo, anche se forse non si vede. Stiamo, inoltre, allestendo una sede più grande per l’associazione Stornara Life. La settimana scorsa abbiamo tenuto una due giornate di Stramurales nel corso della quale i turisti erano guidati in visite ai murales che si concludevano con degustazione di prodotti  locali. E probabilmente ripeteremo l’esperienza in primavera. Noi crediamo che Stramurales possa rappresentare un volano, una spinta per le varie attività economiche presenti nel nostro territorio che stiamo cercando di coinvolgere sempre più per camminare insieme”.

Altre iniziative?

“Con Stornara Life, come dicevo, organizziamo tanti laboratori artistici, di pittura, disegno, fumetti, un po’ anche teatro, per i ragazzi, che stanno riscuotendo buoni riscontri, e andiamo dove ci chiamano. Domenica prossima, per esempio, andremo a Binetto, vicino Bari. Nelle scorse settimane abbiamo coinvolto i ragazzi nella realizzazione di un’infiorata in carta, a Stornara e a Cerignola. Si tratta di una serie di attività che rientrano in un progetto finanziato dalla Regione. In più, siamo capofila di un progetto Erasmus con altri paesi, come Portogallo, Olanda, Spagna”.

Ci vuole raccontare qualcosa in più del progetto Erasmus?

“Intanto, la cosa bella è che eravamo partiti nel 2018 quasi allo sbaraglio e oggi, nel progetto Erasmus, ci ritroviamo ad insegnare noi ad altri come organizzare un festival di Street Art. Andremo in Portogallo per uno scambio nel quale impareremo a relazionarci in campo artistico con la realtà dei disabili. Siamo stati ad Amsterdam, dove abbiamo fatto un tour della città nel quale abbiamo capito come si vive l’arte nella capitale dell’Olanda, e che anche lì possono esservi vincoli e difficoltà. Abbiamo imparato a rapportarci ancora meglio con gli artisti e abbiamo visti i graffiti presenti ad Amsterdam e che noi qui non ancora abbiamo”.

Daniela Iannuzzi, 15 gennaio 2023

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