A tu per tu con ‘Maga’ Altomonte, capitana e simbolo della Pallavolo Cerignola

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StatoDonna, 13 gennaio 2023. Martedì pomeriggio ho avuto l’onore di poter intervistare, a cuore aperto, Margaret Altomonte, capitana della Brio Lingerie Pallavolo Cerignola. Una panoramica a 360 gradi, fra campo e origini, legami e maternità. Con un occhio, fisso, sul campionato in corso e sulla squadra. Simbolo della Pallavolo Cerignola, ‘Maga’ è ormai cerignolana doc, alla sua seconda stagione in Fucsia. “Grazie per avermi definita giocatrice simbolo, è un onore per me”, dice in apertura di intervista, anzi, della “benedetta intervista” che avevamo concordato da giorni.

Partiamo dalle ultime due partite della stagione, siamo rimasti un po’, non delusi ma…

“…rammaricati. Sono state un po’ lo specchio di ciò che siamo adesso e possiamo diventare. Abbiamo grosse potenzialità, lo abbiamo dimostrato dando filo da torcere a tutti, ma ci dobbiamo lavorare sopra perché non rimangano solo potenzialità. Siamo un gruppo nuovo, anche giovane, un mix. Dobbiamo cavalcare in un’unica direzione. Siamo al giro di boa, sabato in casa dobbiamo prendere i 3 punti dopo due sconfitte. Come squadra siamo, certo, soddisfatte del sesto posto da neopromossa ma non dobbiamo accontentarci. Abbiamo vinto con Star Volley, terza, ce la siamo giocata con Teramo, quarta…Vogliamo finire il campionato sentendoci soddisfatte, avendo oggi qualche rammarico su alcune partite, tipo Castellaneta.”

Il fatto che ci siano rimpianti può essere uno sprone per questa seconda parte di stagione…

“Assolutamente. Può essere uno stimolo. Conosciamo le squadre ora, sappiamo di avere un valore, come squadra e come singole. Dobbiamo farlo venire fuori questo valore. Il girone di ritorno è sempre un altro campionato. Dobbiamo presentarci in tutte le partite col coltello fra i denti.”

Parliamo di Margaret “Maga” Altomonte. Dove nasce il soprannome “Maga”?

“Nasce in ambito sportivo, con la pallavolo. Ero fra le più piccole a Bisceglie, Margaret risultava un po’ così…e una ragazza della squadra mi chiamò “Maga” e piacque un po’ a tutte…e me lo son portato dietro. Ora che faccio la palleggiatrice si pensa sia abbinato a chissà cosa. No. Era solo un diminutivo di Margaret (ride, ndr).”

Come immagini il tuo futuro fuori dal campo? Ti vedresti in dirigenza diciamo fra, almeno, 10 anni? In questo sport femminile ci sono pochissime dirigenti donne

“Eh…bella domanda…Il motivo per cui mi sto godendo questi anni è questo: non ho più 18 anni e so che prima o poi questo grande amore, ahimè, dovrà concludersi e ho la fobia di non essere più coinvolta in questo mondo. Dopo aver lasciato per 2 anni per la nascita di Marco, avevo deciso di non seguire più nulla, mi ero allontanata dalla pallavolo, un trauma. Il mio obiettivo, come appassionata, tifosa, è quello di seguire sempre la squadra, di non separarmi mai da questo sport. Non ho mai pensato alla dirigenza, mi dai un input, non lo so. Certo, questa cosa devono deciderla più persone, ci devono essere dei presupposti territoriali”

Posso caldeggiare questa causa?

“(Ride, ndr) Grazie, io ti ringrazio molto per la stima che mi stai mostrando. Cercherò di far sì che la pallavolo sia sempre parte della mia vita, anche di quella di Marco che vi è nato, ci vive e la adora. Io sono nata e cresciuta nello e con lo sport e, visti gli anni di stop per Covid, mi rendo conto che anche solo andare a vedere una partita in un territorio come il nostro è un grande motivo di gioia. Lo sport deve essere parte integrante della vita delle persone. Io ambisco a far sì che la pallavolo sia sempre un po’ parte di me, è il mio obiettivo, poi che sia da dirigente o da tifosa questo non è importante. E ringrazio la Pallavolo Cerignola per quello che fa, perché come dici tu, sono una cittadina di Cerignola, e so che non è semplice portare avanti questa attività. Per cui, ne sarò sempre tifosa.”

È  più difficile essere pallavolista da madre o madre da pallavolista?

“Rifletto molto su questa cosa. Dall’esterno sembra più difficile. Ma io da atleta sono molto cresciuta da quando sono mamma, mi sento arricchita. Un po’ la maternità, un po’ l’essere più grande, sono molto meno impulsiva di prima, il ruolo di palleggiatrice è difficile ma prima ero molto nervosa, anche nel gruppo non trovavo un equilibrio. Marco è una grande ricchezza, ed è una cosa per cui sono contenta di essere mamma, mi dà la forza di fare tutto, e non mi pesa. Anzi, quando sono stanca, la pallavolo è la mia valvola di sfogo. E mi sento molto arricchita come atleta del fatto di essere madre. Da quando sono rientrata mi sento molto cresciuta, non è che non perdo la pazienza eh…ma cerco sempre il dialogo. Essendo la più grande, sento un po’ la responsabilità verso le ragazze”

Ti senti un po’ capitana mamma anche con loro…

“Quando entro in campo, prima di essere componente della squadra, mi sento di dover dare un pochettino l’esempio sia a mio figlio che alle ragazze, perché sono la più grande. Quindi, piuttosto che dire ‘questa palla non la dobbiamo far cadere’, lo devo fare io per prima!”

Magari anche nel servire le compagne, tendi a dar la palla a chi un attimo prima ha sbagliato. Sei un po’ psicologa e un po’ mamma…

“Ecco, vedi (sorride la capitana, ndr). Queste cose prima non le pensavo assolutamente, anzi. Si vede questa cosa? Ti assicuro che prima non era così. Andando avanti con l’età è più difficile, si dice. Sì, fisicamente sì. Ma te la godi di più, sai che sono forse le ultime stagioni, te le vuoi vivere al massimo, dando il massimo.”

Firmeresti per un risultato particolare? Uno sfizio che ti vuoi togliere nel girone di ritorno, qualcosa che ti è rimasto “in croce” dal girone di andata

“Sono tante (sorride Maga, ndr).Fra le partite che mi spiace non aver giocato c’è quella contro Sportilia, ero fuori per infortunio. Quella è una partita da vincere, certo, per forza, ma già il fatto di giocarla per me sarebbe molto emozionante. È il mio derby del cuore, lì ho l’allenatore a cui sono veramente molto legata, è il mio papà pallavolistico, e sarebbe motivo di orgoglio giocarci contro. Ce ne sono tante…le partite con Fasano e Francavilla sono rimaste un po’ in croce. Ma non per il risultato in sé, ma per come sono maturate. Io vorrei che giocassimo convinte di quello che sappiamo fare, giocarle a viso aperto. Fasano l’abbiamo subita in maniera troppo arrendevole. Giocare alla pari e a viso aperto con tutti, questo è l’obiettivo che ho. Giocarsela senza timore. Finire la partita e dire: ho fatto quello che potevo fare. Mi auguro questo. Non vedo l’ora di rigiocarle tutte le partite, questo è il bello!”

Sabato le fucsia sono attese dalla gara casalinga contro Trani, ultima gara del girone di andata. Ore 18:00 al Pala Dileo. Serviranno grinta, piglio e visione chiara, le stesse che ha mostrato la Capitana nelle sue parole, per ritornare a graffiare e a sorridere dei 3 punti.

Benedetto Mandrone, 13 gennaio 2023