Tina Ferrante, canto e dialetto ortese: oltre i confini della Puglia and back

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StatoDonna, 6 gennaio 2023. Canta da quando era ragazzina. E la musica l’ha salvata da una vita per alcuni versi restrittiva, quella di un tempo quando le ragazze erano destinate principalmente a stare in casa a pulire, lavare e stirare, senza tante possibilità di continuare gli studi dopo la scuola “elementare”, come si diceva allora.

Tina Ferrante, ortese di nascita, di sangue, costumi e dialetto, nell’età della giovinezza, infatti, cominciò a frequentare una radio locale, ai tempi Radio Orta Nova, dove fu poi speaker per circa dieci anni, riuscendo così ad evadere dalla routine casalinga.

Ora non pratica più quel ruolo di conduttrice radiofonica. Quella radio che la vide diventare voce di punta, apprezzata da tanti, non c’è più. Lei, nel frattempo, ne ha vissuti di problemi: quegli ostacoli della vita in cui ognuno incorre nell’ avanzare dei giorni e degli anni.
Tina ha perso i genitori, ha trovato un lavoro e poi non più, ha conosciuto gli stenti, ha dovuto fare esperienza del rinunciare a cose, mettendo in stand by ogni possibilità di progredire. Ma non si è fermata. Mai. E dal suo volto non è mai andato via il sorriso.

Il suo segreto? La creatività, ancora la musica e la riscoperta del dialetto con cui cantare e realizzare scenette da condividere attraverso i social. “ Tutto è cominciato un po’ per caso è un po’ per gioco” le sue parole. “E, così, una ragione di vita l’ho ritrovata, dimostrando a me stessa e agli altri che può bastare poco per esserci e per non arrendersi”.

Alcuni dei suoi lavori sono seguitissimi oggi su Facebook, nella pagina “By Tina Ferrante”.

 Link della pagina bytinaferrante

Una serie di video, i suoi, che scorrono uno dopo l’altro come una carrellata di simpatia, ma che, a guardare bene, denotano una certa perizia creativa che, a suo modo, sa di qualità, e che può ben rappresentare un valido esempio di strumento culturale con cui il dialetto viene valorizzato, reso noto oltre i confini territoriali entro cui si parla, e che dunque riesce ad essere impresso nella memoria delle persone, come parte della storia di un popolo.

“Perché” come lei stessa evidenzia “Il dialetto è cultura, ed è bello farlo conoscere “.
Per esempio. Il video in cui Tina ha sovrapposto la sua voce con cadenza dialettale, a quella di Mina nel duetto con Celentano, “Che t’aggia di’”, ha raggiunto il 19 novembre scorso circa 5.3 mila like.

E poi. I video con il personaggio di Elisabett d’Ort, con chiaro riferimento alla ormai defunta Elisabetta II di Inghilterra, che Tina ha doppiato facendo assumere alla sovrana britannica un’aura di semplicità e di simpatia tipica della gente comune,  senza per questo banalizzarne la grandezza e l’autorevolezza.

Ancora. Tina ha doppiato una canzone del 1977, dell’allora popolare Umberto Napolitano, dal titolo “Come ti chiami”, che  però è diventata “Je m’ chiam Congett”, pur non perdendo la delicatezza del pezzo e semmai aggiungendovi quella certa leggerezza dialettale capace di strappare un sorriso sornione e compiaciuto. Fino a raggiungere gli 8 mila like e passa, il 29 agosto 2022.

La ex speaker radiofonica, con la sua vagonata di pezzi, video e scenette, ha ormai valicato i confini della sua terra, arrivando a contatti in tutta la provincia di Foggia, in varie parti della Puglia e del territorio nazionale, e a contare ormai al suo attivo anche belle collaborazioni con artisti e musicisti di rango.

La musica a volte può fare davvero miracoli e altrettanto può il dialetto.
La parabola ascendente di Tina Ferrante forse non vuole che dimostrare questo a chi ha chiuso gli occhi da tempo alla creatività e alla speranza.

Daniela Iannuzzi, 6 gennaio 2023