Alessandro di Foggia: “Oddio mi sposo!”, il racconto di quel giorno

StatoDonna, 6 gennaio 2023. Lui è Alessandro. Vive a Foggia. Ha 32 anni. Gestisce dei locali con degli amici nel centro della città. È il 2016. Sta lavorando al ristorante. Entra una ragazza. La guarda e non capisce più nulla. Alessandro sfodera il suo fascino, la conquista. Si chiama Alessia. Passano tre anni. La invita fuori a pranzo, prende fiato, si butta. Che ne dici se ci sposiamo? Sì. La risposta è immediata, secca”.

Il racconto è tratto da “Le storie degli altri”, il sito del giornalista e scrittore Carmelo Abbate che ha dato valore a tutto quanto esiste, ma ci sfugge, di alcuni aspetti della vita altrui. storiedeglialtri.it

Dunque la storia del foggiano e del suo colpo di fulmine continua così, con Alessandro che la invita fuori, le fa la proposta di matrimonio ed Alessia acconsente: “Cosa? Hai detto sì? Alessandro assume una espressione seriosa. Guarda che io sono un tipo strano, un pirla, diciamocelo, sei sicura di quello che fai? Pare di sì. È la sera dell’11 settembre. Alessandro prende una bottiglia di prosecco e va a cantare sotto la finestra di Alessia. La serenata prima del grande giorno. La mattina dopo si alza presto, prende il caffè, si veste di tutto punto e va in chiesa, fresco come una rosa”.

Segue la descrizione di quanto avviene in chiesa. “Gli invitati sono già arrivati, gli chiedono come si sente. Lui si toglie gli occhiali da sole. Mai stato meglio. Gambe divaricate, si posiziona sull’altare e aspetta. Parte la musica, entra la sposa. D’improvviso le mani iniziano a sudare, la cravatta è troppo stretta. Alessandro guarda il prete, gli invitati. Oddio mi sposo! Crolla a terra, come un sacco di patate. Scoppia il panico. Lo sposo è svenuto! Passa qualche minuto. Alessandro riapre gli occhi, è frastornato, Alessia gli sorregge la testa. Che figura del menga. Salta in piedi, si rassetta l’abito. Sto bene. Gli invitati tornano ai loro posti, la funzione riprende. Alessandro guarda la sua donna. Il cuore batte all’impazzata, barcolla, cerca un appoggio, non lo trova, finisce a gambe all’aria. È il caos”.

La sposa chiede di chiamare i soccorsi, gli amici sono piegati in due, i suoceri sono bianchi come cenci, lui lascia la chiesa in barella. Lo caricano in ambulanza, controllano polso, pressione, gli fanno una flebo. Passa un’ora. Spunta il sacerdote. “Sei vivo? Rimandiamo tutto? No! Dovessi rimanerci secco. Alessandro si trascina all’altare, la camicia aperta, fradicio di sudore. Amore, credimi non è come pensi, io sono sicuro di… Alessia lo bacia. Taci e sposami. Oggi hanno un bellissimo bambino”.

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