StatoDonna, 28 dicembre 2022. Ci sono delle storie che sembrano proprio costruite per il Natale, eppure sono incredibilmente vere. Il pomeriggio del giorno di Natale faceva un freddo polare, il paesino di Peschici, presepe estivo inarrivabile di solito per la movida garganica, era deserto e nebbioso. Poche persone intorno, tutte col passo svelto e musicale per via del basolato umido, correvano verso la chiesa matrice dove stava per iniziare la Santa Messa. Da un angolo, in direzione contraria, sbuca all’improvviso questo elfo vestito da viandante, con il bordone del Cammino di Santiago e la conchiglia ben in vista, fedele compagna e passaporto dei pellegrini che chiedono ospitalità. www.rioaround.com/
Sulle spalle un grosso zaino cui è agganciato di tutto, almeno quel tutto che serve per vivere, quel poco che dovremmo imparare a farci bastare. Rio ha un sorriso disarmante, della giovinezza trasporta sogni, e un obiettivo chiaro davanti a sé: fare sempre ciò che gli piace. Ed a lui piace tantissimo camminare. Superato un primo momento di sconcerto, lo fermo e mi faccio raccontare questa storia.
Non ha trent’anni, figlio di uno svizzero e di una friulobrasiliana, vive a Padova e lavora spesso come animatore. Fatto l’esperienza dell’itinerario per Compostela, ha deciso di ripercorrere tutto il perimetro dell’Italia seguendo la costa. Si definisce un nomade digitale, amante del viaggio e soprattutto delle persone, happiness of choice il suo motto.
Ha lasciato lo scorso 9 novembre Padova ed una mamma tra lo sconcertato ed il preoccupato cui telefona ogni giorno e per la quale documenta su Instagram tutto quanto gli accade. Per compagna ha una meravigliosa border collie, Ria, di 10 mesi, giocherellona e allegra, che non ha lesinato coccole a nessuno di noi. “È l’istinto incondizionato di fare una cosa invece che un’altra, è l’emozione che ti fa vivere con il sorriso, è il sentimento di solidarietà e rispetto reciproco. È tutto l’insieme di emozioni e sentimenti positivi che ti portano istintivamente verso la tua felicità. Perché non l’ascolti?”.
Questo scrive di sé sui suoi canali social, mentre a noi racconta della bellezza del non sapere mai cosa ti riserva l’incontro con l’altro, la felicità di dover affrontare ostacoli apparenti come il non saper dove dormire o se sarà possibile mangiare qualcosa. A Foce Varano, per esempio, la sera precedente Matteo gli aveva dato accoglienza ed arrostito salsicce. Basterà una piccola tenda da campeggio per ripararsi nel centro storico abbandonato ed un po’ di pane bruschettato.
Gli chiedo come organizza le tappe, mi racconta che cerca di arginare l’uso di google map a favore del dialogo con i passanti, in genere pianifica circa 20 km al giorno, per 4 ore di cammino, con qualche pausa in mezzo per far riposare la cagnolina. Può accettare passaggi in auto solo se le condizioni di viaggio dovessero farsi estreme e comunque per non più di 5/10 km alla volta. Questo perché togliersi dal cammino pregiudica l’incontro con l’altro che il destino gli ha riservato.
L’unica regola da seguire e allontanarsi dalle sicurezze e basarsi sulle proprie forze, vivendo di ciò che spontaneamente viene donato. Il fallimento è messo in conto, ma anche la gioia è parte integrante del percorso, la prudenza è un freno che impedisce il conseguimento della felicità piena. La felicità è contagiosissima ed ha molta presa su chi la respira, non nascondo che mio figlio (che di anni ne ha 11) sta iniziando ad immaginarsi così in un prossimo futuro. Rio rilascia interviste, racconta la sua scelta e regala per Natale la speranza concreta che esiste un’altra via, lontana dal consumismo e dall’ansia di possedere cose, a favore della voglia di scoprire se stessi e il mondo mentre si cammina nel silenzio.
Foto di RioAround in giro per il Gargano
Tappa successiva è Vieste, lo seguiamo via Instagram ma è anche georeferenziato, il percorso bellissimo della litoranea garganica è spesso inframezzato da strade private occupate dai campeggi per cui è costretto a seguire la viabilità ordinaria invece che scorciatoie, ma a differenza di quanto successo a Peschici, trova ospitalità al caldo e scorte di cibo per i giorni successivi. Obiettivo prossimo è la baia di Mattinata, poi Manfredonia e quindi Foggia. Ci ha chiesto di raccontargli perché Foggia abbia una così cattiva fama, in tanti lo hanno calorosamente sconsigliato di fermarsi. Il discorso è lungo giovanotto, ma tu vieni a Foggia e vedrai! Noi abbiamo due giorni per prepararci ad accoglierlo, smentiamo subito la fama che ci precede e aiutiamo i sogni di questo ragazzo spingendoli più lontano, verso Genova dice lui, passando per Reggio Calabria.
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