Femminicidio Apricena, Ada Soccio e il cav ‘Nessun segnale della tragedia’
Stato Donna, 17 dicembre 2022. “Per noi il femminicidio è una sconfitta, una sconfitta sociale di tutti”. Così Elisabetta Castriota, coordinatrice del centro antiviolenza di S. Severo “Il Filo di Arianna”, commenta la morte di Giovanna Frino, 44 anni, di Apricena, che oggi, verso mezzogiorno, si è accasciata al suolo colpita da più colpi di pistola. Per questo il marito Antonio Di Lella, che questa mattina era in casa con lei, è stato sottoposto a fermo per omicidio volontario.
Ad Apricena lo sportello d’ascolto del Cav fa parte dell’ambito territoriale di S. Severo. “Stiamo raccogliendo informazioni per capire il contesto- dice Elisabetta Castriota- non saprei dire se aveva denunciato, so con certezza che non era in carico al nostro centro antiviolenza. Con le forze dell’ordine del posto, Carabinieri e Polizia, abbiamo un ottimo rapporto di collaborazione, quando una donna denuncia loro segnalano che c’è la possibilità di rivolgersi a noi ma, comunque, la donna è libera di scegliere o meno il nostro intervento”.
Non si era mai rivolta nemmeno alle assistenti sociali del comune. Lo dice a Stato Donna l’assessora al welfare Ada Soccio: “La città è sotto shock, in preda a un’angoscia infinita. Noi come assessorato siamo a disposizione dei figli, di cui due minori, per qualunque cosa abbiano bisogno. L’ho vista qualche settimana fa quando sono andata prendere il caffè al bar dove lavorava. Era una bella donna sempre sorridente, nulla faceva pensare a una cosa del genere. Stamattina appena l’ho saputo ho chiesto alle assistenti sociali se per caso si fosse mai rivolta a loro, ma mi hanno detto di no”.
Poi oggi l’orrore in casa. Non sappiamo nulla sui motivi di quest’ennesimo femminicidio, l’uomo è sottoposto a fermo per omicidio volontario e quello degli uomini che in casa hanno un’arma e la usano contro mogli o compagne è un annoso problema di cui parliamo anche con Elisabetta Castriota, ricordando alcuni precedenti in Capitanata.
Il sito postoccupato.org, dopo i due femminicidi di oggi a Palermo e ad Apricena, ha commentato sui social. “Mariti, compagni incapaci di rispettare, figurarsi di amare. Padri senza coscienza e nessuna forma di responsabilità. Armati di odio e rancore che non riescono ad attribuire i loro fallimenti alla incapacità di costruire relazioni equilibrate. O semplicemente accettare che l’amore può finire. E non si può pagare con la vita. Muoiono donne. Ammazzate da chi diceva di amarle. Un “ritornello” macabro”.
Ha scritto Libera Gatta, psicologa di Manfredonia sui social, dopo aver precisato il movente sconosciuto dell’omicidio:“Gli uomini omicidi sono personalità ossessivo-maniacali, non ammettono che l’altro, l’oggetto della loro ossessione, agisca autonomamente. Va delegittimata quell’idea romantica di amore-passione uguale sofferenza, che incanta e incatena tante donne a relazioni nocive”.
A noi sono venute in mente le parole della giudice Paola Di Nicola che, in una conferenza a Foggia organizzata da Impegno Donna a ottobre del 2022, disse: “I femminicidi avvengono quando una donna decide della propria libertà”.