Stato Donna, 14 dicembre 2022. “Ne usciremo migliori! Così pensavamo in piena pandemia Covid, ma in realtà così non è stato. Poco o nulli sono gli insegnanti positivi che abbiamo potuto cogliere in seguito alla fine della emergenza sanitaria, e in particolare per ciò che riguarda il Servizio sanitario nazionale”. Laura Spinelli, dottoressa di famiglia, del sindacato Fimgg, interviene a proposito della protesta che i medici stanno portando avanti in Puglia.
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Domani15 dicembre, per richiamare l’attenzione sulla gravità della situazione, negli ambulatori dei medici di famiglia si spegneranno le luci e per qualche minuto si lavorerà a lume di candela. “La luce di una candela come simbolo, in questo periodo natalizio, di speranza che la luce non si spenga completamente, non solo sulla medicina di famiglia, ma su tutto il Servizio Sanitario Nazionale”, dice il segretario provinciale di Foggia Salvatore Onorati.
“Per meglio comprendere il nostro punto di vista è necessario sottolineare l’importanza della medicina generale, e del territorio in senso lato, durante l’epoca Covid. Difatti, solo grazie al territorio che ha ammortizzato i colpi della pandemia e sorretto gli ospedali i quali hanno lavorato sulle situazioni emergenziali, il sistema salute italiano ha retto. Di fronte a queste considerazioni sarebbe scontato pensare che la politica, in modo lungimirante, si adoperasse per rafforzare e migliorare questo sistema e invece per la politica siamo invisibili: milioni di euro messi a disposizione di una sanità che pensa di garantire la salute dei cittadini costruendo “scatole” vuote senza pensare al personale che in termini concreti eroga assistenza al prossimo. Una visione politica totalmente cieca che non garantisce né i medici né i pazienti”.
Sburocratizzare per dedicare più tempo alla cura è uno degli slogan che i medici pugliesi hanno scelto per veicolare il loro stato di agitazione e di cui ha parlato Salvatore Onorati dopo l’assemblea tenuta a Bari la scorsa settimana. “Siamo stanchi – prosegue Spinelli- di innumerevoli richieste burocratiche che ogni giorno arrivano sulle nostre scrivanie, siamo stanchi di dover limitare il nostro tempo di visita con i pazienti perché impegnati a compilare scartoffie inutili, siamo stanchi di non poter fare i medici! La medicina del territorio va potenziata e integrata con figure professionali sia sanitarie che amministrative: abbiamo bisogno di supporto per assolvere ai compiti burocratici tramite gli assistenti di studio e di infermieri per poter eseguire esami di diagnostica di primo livello come elettrocardiogramma, spirometrie o altro. Abbiamo bisogno che le risorse economiche dello Stato vengano investite in questo e non in strutture che rischiano di restare cattedrali nel deserto.
Con le iniziative della Fimmg Nazionale e provinciale chiediamo quindi alla politica di ascoltarci e di non relegarci al lumicino. Solo così non si spegnerà il SSN e l’assistenza ai nostri pazienti”.
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