Stato Donna, 7 dicembre 2022. Arriva con qualche minuto di ritardo. Davanti ad un pubblico che l’aspetta. Altissima, con una sua eleganza e con un unico vistoso e straordinario ornamento: una spilla a forma di libellula. Che vola, come lei. Così si è presentata, nella mattinata di sabato 3 dicembre, nella sede del Liceo classico Lanza di Ascoli Satriano, l’ex onorevole Vladimir Luxuria, per un incontro/dibattito dal titolo “L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa”. Organizzatrice e moderatrice dell’incontro l’avv. Giusy Sciarappa, coadiuvata dal Fiduciario della sezione Lanza di Ascoli S., prof. Giuseppe Sgobbo, e con il contributo della prof.ssa Tina Soldo.
L’incontro fa parte delle iniziative relative al Giorno Internazionale della violenza contro le donne, e il fatto che la data di questo incontro non sia stata necessariamente quella riconosciuta a livello mondiale del 25 novembre nulla toglie alla bontà dell’iniziativa, anzi in qualche misura la rafforza, perché è pensiero dell’onorevole, condiviso da tanti, che la memoria una volta all’anno serve a ben poco, e che su vicende di grande rilevanza e gravità occorre fare memoria ogni giorno, senza mai abbassare la guardia.
Il pubblico presente era formato dai docenti, dagli alunni, dai genitori, dalla cittadinanza che aveva accesso libero. Tutti hanno ascoltato in silenzio i momenti fondamentali nei quali la vita di Vladimir Luxuria si è snodata davanti ai loro occhi catturati da vivide immagini mentali, nei momenti nei quali si è scontrata con il bullismo e la violenza.
Momenti significativi e scelti come tali a significare tutti gli infiniti episodi quotidiani che hanno segnato la vita fino all’adolescenza matura. Mentre lei parla, ci pare quasi di vedere i bambini compagni di scuola riferire alla maestra la sua stranezza e ascoltiamo la voce di questa donna mentre chiama alla cattedra questo piccino di quinta elementare, esile, garbato, e con la bacchetta con cui si usava ‘ educare’ negli anni passati dare botte sulle mani ad un innocente che non sapeva perché, ma che capiva che era un ammonimento per qualcosa che non doveva fare più. E non sapeva che cosa aveva fatto, mentre il dolore dell’anima era più intenso di quello delle mani arrossate.
E l’adulto che faceva questo era la persona in qualche maniera sacra, a cui aveva affidato la stessa fiducia riposta nei genitori, come avviene per tutti i bambini del mondo, con in più un grande amore per il sapere che la maestra doveva soddisfare. La scuola media è stato il passaggio in un altro girone infernale, fra i tormenti inflitti da ragazzini altrettanto crudeli. Una piccola luce è spuntata alle superiori, dove la novità della classe mista ha permesso a delle compagne di classe di lenire le ormai consuetudinarie cattiverie e crudeltà.
La pipì nelle scarpe nell’ora di Educazione fisica; i cori di sfottò durante le gite; il tradimento di due coetanei di cui si era ingenuamente fidato, aprendo il suo animo e i suoi pensieri, i quali, novelli Gatto e Volpe, dopo avergli estorto i soldi ricevuti dai genitori per fronteggiare le evenienze di un viaggio di istruzione (!) a Ravenna, pensarono bene di condividere con tutti i partecipanti le sue parole. Con le conseguenze di sempre: cori, insulti durante un viaggio che non finiva mai, insegnanti al loro posto pilatesco, che se la cavavano con un ‘ragazzi, finitela con questo chiasso’.
Ha spiegato bene bene, Vladimir, ai ragazzi presenti che i carnefici incontrati nella vita poi si saranno anche dimenticati del male che le hanno fatto; ma chi subisce cose di questo genere avrà ferite aperte tutta la vita. Una voce, un demone buono interiore o la nonna amata, gli disse no quando voleva lasciare la scuola che amava. E quindi sono venuti il diploma e la laurea con 110 e lode, dove la lode ha rappresentato la ricompensa per aver fatto resistenza ad un mondo impossibile da praticare.
In quel momento ha trovato finalmente spazio anche la gioia dei suoi genitori, gente semplice, che nella saggezza della loro semplicità, avevano sempre saputo rispedire al mittente le cattiverie anonime e quelle con tanto di firma, le telefonate con le quali i ‘cari amici’ volevano metterli in guardia sulla diversità di questo figlio. E poi da ultimo il karma di carnefici, ormai adulti, che oggi le chiedono i selfie. Selfie lei che misericordiosamente concede, perché ora è sicura che questi ragazzi tormentatori scaricavano su quel bambino indifeso e innocente tutta la rabbia di cui era intrisa la loro vita. Tanti applausi hanno scandito i momenti più emozionanti.
Cui sono seguite domande che hanno conquistato e commosso l’onorevole. ‘Come posso guardare sempre con gli occhi pieni d’amore mia figlia?’ chiede una professoressa nel suo ruolo di madre. ‘Chi ti ha aiutato?’ chiedono, fra le altre tante domande. E scopriamo che per Vladimir la famiglia è tutto; che il successo in tv è falso, perché le persone ricche e famose, una volta spenta la telecamera, si afflosciano spesso come burattini svuotati. Inquieti e infelici. ‘Il successo è se anche una sola persona si ricorda di voi per l’aiuto che le avete dato’.
Questo è il compito oggi di Vladimir Luxuria, aiutare chi è ancora in difficoltà, nonostante i passi in avanti compiuti dalla società. Vladimir, che nel cognome scelto porta un di più che non le appartiene, perché la leggerezza, la serenità con cui ha presentato avvenimenti cui è difficile dare la parola sono il segno di un profondo equilibrio interiore e di una grande onestà intellettuale. Cosa si augura per i diritti da non calpestare più? le chiedono. Un nuovo decreto sui diritti imprescindibili, modellato su quelle proposte di legge il cui iter parlamentare è apparso finora difficoltoso, in cui tutti gli schieramenti politici comprendano che quei diritti sono di tutti, senza specifici colori politici, come è avvenuto per l’approvazione parlamentare del Codice Rosso. Più di uno ha compreso.
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