Al Verdi di S. Severo è tornata in scena “La Traviata, Maria Callas il mito”

Stato Donna, 29 novembre 2022. È stato dedicato al mito di Maria Callas e a Iannis Xenakis nei 100 anni dalla nascita l’appuntamento della stagione concertistica degli “Amici della Musica” di San Severo, giunta alla 53 ^edizione. L’Associazione presieduta dalla prof.ssa Gabriella Orlando, ha ospitato, presso il Teatro “Verdi” di San Severo, Il Balletto del Sud con lo spettacolo “La Traviata, Maria Callas il mito” con le coreografie di Fredy Franzutti su musiche di Giuseppe Verdi e Yannis Xenakis. Scene di Francesco Palma.

Maria Callas, la voce leggendaria del melodramma, morì nel suo appartamento parigino, al 36 di Avenue George Mandel, il 16 settembre 1977, per cause non ancora stabilite tra voci di suicidio, drastico dimagrimento e insonnia cronica, che l’aveva costretta ad assumere dosi sempre più massicce di psicofarmaci.

L’edizione 2022 dello spettacolo è stata realizzata in coproduzione con il Festival D’Autunno del Teatro Politeama di Catanzaro. Fin dalle sue prime repliche del 1994 (la versione definitiva è del 2007, realizzata con un supporto speciale della Provincia di Lecce in occasione dei 30 anni dalla morte) ha avuto successo di pubblico e critica, ha ricevuto nel 2010 un riconoscimento, una medaglia d’Argento dal Comune di Sirmione, come evento di qualità per le celebrazioni di Maria Callas.

La trama si svolge immaginando che, negli ultimi drammatici momenti della sua vita, la Divina sovrappone, in un incubo, la sua vita a quella del personaggio di Violetta Valery, protagonista de La Traviata, uno dei ruoli che più ha evidenziato il successo popolare della grande artista, anche grazie alle repliche del 1955 al Teatro alla Scala con la regia di Luchino Visconti. Entrambe destinate a morire abbandonate, malate, sofferenti e sole in un appartamento di Parigi con l’unica compagnia della cameriera.

Per esaltare il momento angosciante e onirico, il coreografo affianca alle musiche di Giuseppe Verdi quelle del compositore greco della grande avanguardia Yannis Xenakis (coevo di Callas). Le sue dissonanti architetture sonore, dedicate alla tragedia classica, concorrono a creare le atmosfere drammatiche prodotte dalle allucinazioni, illusioni e deliri di Callas.

Il questo incubo il soprano non solo soffre per l’abbandono dell’armatore Aristotele Onassis ma rivive anche altri drammatici momenti come l’ispezione dei nazisti nella sua casa di Atene, l’aborto a cui fu indotta da Onassis dopo il ripetuto e crudele rifiuto di sposarla, e altri momenti della vita che le scorre davanti agli occhi.
I costumi dello spettacolo sono ricostruiti grazie a preziose immagini fotografiche, sia della Callas nei ruoli che l’hanno resa celebre, che della sua vita privata fuori dalle scene.

“Per quanto riguarda Franzutti- sono parole di Michele Nocera, collezionista e biografo ufficiale di Maria Callas- vi è da dire che la genialità non è acqua fresca. Ed il suo talento, che posso dire di essere stato uno dei primi a notare, ci regala spettacoli di grande efficacia, che non solo riportano il pubblico a frequentare il balletto, ma indagano con eleganza e coscienza su pagine della cultura dell’uomo riportandoci al piacere della riscoperta”.

Il Balletto del sud è una delle più rilevanti compagnie di danza in Italia con un organico composto da elementi di diverse nazionalità e solisti in grado di alternarsi nei ruoli principali. E’ fondata e diretta dal coreografo italiano Fredy Franzutti, ideatore del vasto e vario repertorio di produzioni che la compagnia ha all’attivo e che propone nelle diverse stagioni.

Elementi ispirativi e asse della ricerca sono le pertinenze territoriali con il Sud, inteso genericamente come appartenenza alla Magna Grecia, rapporto dirimpettaio con i popoli del mare, consapevolezza delle tracce bizantine e delle civiltà balcaniche – i compositori russi e il balletto. Specificatamente le linee della parabola creativa intersecano la riflessione sui gesti turbolenti e reazionari delle culture subalterne, l’utilizzo della matrice popolare, l’adopero dell’argomento e del testo – di provenienza o soggetto mediterraneo – per la nuova narrativa coreografica.

(Foto di Mariella Faggianelli e Antonio Cicerale)

 

 

 

 

 

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