Stato Donna, 6 novembre 2022. É da ieri sera che ho in mente “Lacrime di pioggia” di Antonello Venditti. Quasi senza accorgermene. Si, perché ieri mattina tutto piangeva a dirotto. Senza fine, come pianto inconsolabile di bambino. Triste, accorato, vano presentimento. Cassandra, di anima inascoltata. Vado con la mente, alla strada che conosco da sempre. Ieri, su quei tornanti, scuri di verde, di giallo, di poesia che mi prende ogni volta, incredibile movimento di forze dell’Ordine. Carabinieri. Elicottero. Qualcosa di disturbante. Non torna. C’è nell’aria qualcosa.
Penso a un’altra operazione contro la criminalità organizzata. Strana l’ora, però, verso le tredici. Poi, mi dico… Il Male e il Bene, non hanno orari. Torno a casa e riprendo la vita quotidiana. Pranzo però guardo il cielo minaccioso, scuro, incombente e lattiginoso. Mi sovviene il racconto sul Maelstrom di Edgar Allan Poe. Vortice di mare che ingoia. Mi ha sempre affascinato. Sì, il mare. Le sue tempeste, i suoi gorghi oscuri. Allora, un impulso da intelligenza emotiva, mi fa andare a scorrere le notizie sul web. Agghiacciata, leggo. Sono sette vite, tante, distrutte per sempre. Qui, sulla mia montagna, su quella strada bellissima che mi prende l’anima inesorabile.
Venivano da quelle isole che vedo da sempre, i cui contorni, le cui luci, fanno parte del mio stupore quotidiano. Da quel paradiso terreno, di cui noi, con noncurante privilegio godiamo, immeritatamente. Erano padri, madre, figli. Fratelli e Volti sorridenti. Era un medico che, con gioia, entusiasmo aveva finito il proprio turno, l’ennesimo, stancante ( so che significa!) ma felice, e torna a casa, da tutto ciò che ama. Erano due piloti, amanti del cielo, della libertà e dei suoi spazi infiniti. Erano una famiglia, una vacanza bellissima, nel mio mare di smeraldo. Foto, risate, bellezza di vita, futuro.
Sogni infranti e linee spezzate, tracce scomparse su un radar. Mayday mai ricevuto. Comunicazione assente. Presenza e assenza, eterna, la fine sulle rocce grigie di calcare, fra i ruderi di Castelpagano dove una croce campeggia da ieri. anche per loro.
Dona eis, Domine, lucem perpetuam. Requiescant in pacem.
(in copertina un panorama di Castelpagano, in agro di Apricena. Foto di Gino Marmorino)
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