Stato Donna, 5 novembre 2022. Ogni persona pensante ha bisogno di ritagliarsi uno spazio e un tempo dove lasciare che i pensieri atterrino, vengano accolti, ascoltati e lasciati andare, senza essere giudicati. È così che si arriva alla pratica sul tappetino. In questo ritaglio di superficie trova campo l’esplorazione che dà spazio e nutrimento alla curiosità rivolta ai propri sensi che ossigena gli organi. È così che si possono coltivare abilità nuove e mai immaginate prima.

Almeno negli ultimi otto articoli abbiamo parlato di canali e crocevia energetici, prima ancora degli otto anga ovvero limbi, principi da coltivare per una piena vita yogica. Finalmente possiamo trattare la parte concreta degli esercizi da attraversare nello scorrere delle sequenze di una sessione di yoga. La parola “esercizio” non si addice al tipo di disciplina che nello yoga si realizza. Ricordo che “yoga” significa “unito, connesso” dunque nella pratica si è sempre a stretto contatto con il respiro e la sua potenza, con la gravità dalla grande forza, con i pensieri che automaticamente affiorano e che abilmente si lasceranno dissolvere.

Normalmente l’alba e il tramonto sono considerati i momenti più idonei per praticare, infatti proprio quando il sole e la luna si cedono il campo, liberano ioni benefici alle nostre vite, cambia dunque l’atmosfera e on essa la carica spirituale. Possibilmente, si aspetta non meno di due, idealmente tre ore prima di atterrare sul tappetino. Subito dopo, conviene bere per reidratare il corpo, e poiché lo yoga è meditazione in movimento non è consigliabile farlo durante la pratica, proprio per non interromperne la concentrazione.

Non trattenere le pose, sebbene molti pensano che sia un esercizio statico, ogni secondo il corpo è in movimento, ogni asana un’esperienza a contatto col respiro, un’esplorazione per aprire, rilassare e rinforzare corpo e mente uniti. Estendi la tua consapevolezza non solo a come stai respirando e muovendo ma anche a come ti senti e a cosa stai pensando.

Osserva i pensieri, quelli buoni e quelli cattivi, senza attaccarti a loro e senza giudicarli, ma lasciali scorrere, così il tuo yoga sarà una pratica di purificazione. Non usare la forza per raggiungere un’asana, lascia che il tuo corpo si muova e che la gravità faccia la sua parte, altrimenti il risultato sarà dannoso. Se lo pratichi a casa, scegli uno spazio il più possibile sgombro, silenzioso, così che anche nella mente si creerà uguale risultato. Dunque sentiti protetto, perché questo è il tuo tempio.

Simona Caputo, 5 novembre 2022